DIFENDIAMO IL FOSCARINI DA UNA NORMA INGIUSTA

Lunedì 1 Settembre 2014
segue dalla prima

Se si trattasse di riflettere sui casi di una città normale, potremmo illuderci di far nostro un pensiero che la scrittrice italo-inglese Simonetta Agnello Hornby riserva alla sua Londra. - "Per capire una città bisogna conoscerne l'anima. Imbevuta del passato e in costante trasformazione, l'anima di una città rimane strettamente legata alla sua fisicità e alle azioni di quanti la amministrano" - Quale sia l'anima di Venezia oggi è questione da riservare a sofisticati filosofi o ad aspiranti suicidi oppure ad alcune schiere di giovani e vecchi arrabbiati, ma è chiaro che se Venezia ha ancora un'anima questa sta viaggiando verso il precipizio. Però, come credo accada addirittura sull'orlo dei più aridi vulcani, qualcosa di buono e di bello può sempre nascere anche li, nonostante ceneri, lapilli e le più infernali devastazioni. In breve, sull'orlo del vulcano Venezia ci sono alcune rare e sopravvissute eccellenze tra cui spicca l'incredibile ascesa lungo la scala della qualità scolastica realizzata, durante gli ultimi dieci anni, dal Convitto Nazionale Marco Foscarini.
Ora questa superstite ma autentica eccellenza veneziana, che da più di due secoli ha contribuito a tenere alta l'anima di questa città, è messa a rischio da una legge e da un decreto.
La legge è quella che stabilisce il pensionamento per i dipendenti pubblici una volta raggiunti i 65 anni, mentre il decreto che chiude ogni positiva via d'uscita alla presente crisi attraversata dal Marco Foscarini è quello che abolisce la possibilità di mantenere temporaneamente in servizio persino i dirigenti più meritevoli, più motivati, ma che per legge debbono essere mandati in pensione. Una cieca, e diciamo pure nel nostro caso, stolta applicazione di una giusta legge nega in radice l'ipotesi di prolungare di qualche mese soltanto il permanere in servizio di coloro che del servizio scolastico hanno per davvero fatto la ragione della loro vita. E lo hanno fatto col saper fare squadra, col dar vita a creatività manageriali e la cronica mancanza di finanziamenti adeguati. Ma non è forse di simili vitalità culturali e amministrative che ha bisogno la nostra scuola? Certamente l'avventura di una complessa realtà scolastica qual è il Marco Foscarini, composta da una struttura convittuale e da scuole appartenenti a tutti i tre ordini per un totale di 1.200 studenti, è il frutto di molte energie individuali che hanno felicemente trovato una sintesi assai operativa nel lavoro portato avanti dal rettore Rocco Fiano, il pensionabile senza se e senza ma. Quando si dice di una realtà scolastica complessa, si sta dicendo di nuovi indirizzi di studi (il liceo classico europeo), di alloggi e di mense, di servizi di lavanderia e guardaroba, di attività ricreative e sportive, di recupero e restauro di edifici storici, di utilizzo di spazi abbandonati, ma soprattutto di progetti già avviati e che andrebbero portati a compimento. Ecco perchè il presidente Renzi dovrebbe consentire al rettore Fiano e alla sua squadra di docenti e collaboratori di non cadere sotto la sacrosanta ghigliottina della "staffetta generazionale", e questo limitatamente al tempo necessario per realizzare, con serietà didattica e amministrativa e con il dovuto rispetto delle attese di una utenza non solo veneziana, la transizione verso una nuova dirigenza.
In una lettera al Presidente del Consiglio il rettore Fiano ha scritto: «Non si vuole mettere in dubbio il principio della staffetta generazionale, ma si da' il caso che questo non sempre possa trovare pratica attuazione. In molte regioni, e il Veneto è tra queste, non vi sono graduatorie di dirigenti scolastici a cui attingere(...) di conseguenza una sede come questa si troverà scoperta e verrà affidata a reggenza».
E reggenza di sicuro significherà precarietà in ogni senso, e questo anche nel caso che il reggente rettore sia un dirigente esperto, all'altezza del compito affidatogli. Insomma, reggenza vuol dire precarietà, destabilizzazione, dato che il reggente di norma opera in sedi diverse e lontane tra loro. Il Foscarini non è il solo caso, altri Convitti Nazionali e innovativi sono attivi in Italia. Si tratta di un patrimonio pubblico a rischio, se qualcuno non vorrà posticipare il tempo della mannaia dei pensionamenti di quel tanto necessario a non disperdere il buono che è stato realizzato.
Se Matteo Renzi riuscisse a far suo uno strappo alla regola effettivamente a fin di bene, si potrebbe credere che l'attuale Presidente del Consiglio è veramente Matteo Renzi, uno che, alla faccia di chi ci vuol male, quando c'è da mangiare un cono gelato se lo mangia e basta. Il Marco Foscarini è ciò che resta dell'anima stracciata di questa città, qualcuno lo aiuti a sopravvivere nella Venezia che meno di così proprio non si può.
Franco Miracco

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