Ca' Diedo e Gradenigo Via libera alla vendita

Giovedì 20 Novembre 2014
L'operazione era già nell'aria, in quanto il Comune deve assolutamente vendere due immobili di prestigio e realizzare quei 30 milioni che contribuirebbero in modo determinante al rispetto del patto di stabilità. Gli immobili sono stati da tempo individuati: palazzo Diedo a Cannaregio (ex scuola e poi ex procura della Pretura) e palazzo Gradenigo a Castello (già sede di Venis). Ieri il commissario Vittorio Zappalorto, con i poteri del Consiglio comunale, ha dato formalmente il via all'operazione che, se tutto andrà per il meglio, porterà alla cessione dei palazzi alla Cassa Depositi e Prestiti entro la fine dell'anno. Il problema è che i due edifici erano stati ceduti cinque anni fa al Fondo immobiliare "Città di Venezia" (di cui il Comune è unico quotista) allo scopo di valorizzarli nel tempo avendo subito un importante riscontro di cassa. La delibera approvata ieri avvia la liquidazione del fondo (che avrà una durata di tre anni) il cui business plan era comunque era già orientato alla dismissione dei cespiti residui di sua proprietà, senza prevedere nuovi investimenti. In questo modo, il Comune potrà rientrare nel pieno possesso dei due beni e chiudere le ipoteche a suo tempo iscritte dal fondo per accendere un mutuo con cui acquistare il resto dei 19 immobili di cui è formato.
Si tratta, come si può capire, di un'operazione complicata, alla quale il gestore del fondo sta pienamente collaborando per la veloce riuscita dell'operazione. Proprio per questo da Ca' Farsetti intendono precisare che la liquidazione non è dovuta alla mancanza di fiducia nei confronti del soggetto gestore.
Quando la vendita sarà effettuata, il ricavato della cessione dei due immobili servirà a far quadrare il patto di stabilità del Comune, ma non potrà essere utilizzato per investimenti.
«Quei 30 milioni - spiegano da Ca' Farsetti - andranno ad abbassare drasticamente il debito contratto dal Fondo immobiliare all'atto della sua costituzione, che si ridurrà sotto i 20 milioni, ampiamente coperti dal valore degli altri immobili che resteranno nel Fondo, la cui vendita nel prossimo triennio dovrebbe quindi consentire l'estinzione totale dell'indebitamento».
Michele Fullin

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