Più assunzioni, ma azzerate dai posti perduti

Giovedì 18 Dicembre 2014
UDINE - Prima la buona notizia: nel quarto trimestre le assunzioni aumenteranno. In tutto 4.300 nuovi contratti in più, di cui 1.200 atipici. Ma poi viene quella cattiva: il dato sarà più che azzerato dalle cessazioni, oltre 6.000, che determineranno un saldo negativo di 2.000 occupati. Dai 499mila del terzo trimestre, dunque, dovremmo scendere a quota 497mila, 8mila in meno rispetto al quarto trimestre 2013. Questo se la proiezione verrà confermata dai fatti, cosa che sapremo solo coi consuntivi dell'Istat.
Il rapporto. A fornire i dati è il rapporto Excelsior di Unioncamere, che prevede, come detto, un incremento delle assunzioni, pari al 16% rispetto al 4° trimestre 2013, nell'ambito dell'industria e dei servizi. Oltre 4.300 contratti che, come detto, non basteranno a invertire il trend ribassista del mercato del lavoro. I nuovi assunti, che nel 24% dei casi saranno giovani al di sotto dei 30 anni, saranno superati dai licenziati. L'esatto contrario di quanto avvenne lo scorso anno, quando, dati Istat alla mano, il 4° trimestre fece segnare un balzo di 8mila occupati, da 498mila a 506mila.
Atipici in calo. Il bilancio negativo si spiega anche col trend calante dei contratti atipici, in flessione per effetto della riforma Fornero. Se i contratti di lavoro subordinato sono in crescita del 29%, infatti, quelli atipici registrano un calo dell'8% rispetto allo scorso anno. Nell'ambito dei contratti tipici, in ogni caso, sono in netta prevalenza quelli a tempo determinato, pari al 77% del totale, contro il 23% di quelli a tempo indeterminato (percentuale decisamente superiore ai consuntivi dell'Osservatorio regionale del lavoro, che vedono la quota del tempo indeterminato al appena 10% delle assunzioni totali).
I settori. Il 76% delle nuove assunzioni è previsto nei servizi, in particolare commercio, turismo e ristorazione, grazie anche alla spinta degli stagionali. Diminuisce invece il peso dell'industria (costruzioni comprese), che pare destinata a raggiungere il 24% del totale. Nell'ambito del manifatturiero, quasi metà dei nuovi contratti fanno capo al settore metalmeccanico, il più rappresentativo. Tra le criticità, nonostante la crisi, una maggiore difficoltà a reperire le specializzazioni richieste: la quota di assunzioni difficili, infatti, è del 13% del totale, contro una media nazionale del 10%, e che cresce al 22% nel settore meccanico: il che significa che per un'assunzione su 5, nonostante la crisi, l'offerta di lavoro (e di professionalità) è carente.
Riccardo De Toma