In quattordici patteggiano per la droga venduta al parco

Giovedì 18 Settembre 2014
UDINE - Spacciavano marijuana a studenti e universitari, tra una lezione e l'altra, nel parco Baden-Powell, l'area verde tra via Grazzano e via Tullio, in pieno centro a Udine, trasformata in una sorta di supermarket della droga a cielo aperto. Quattordici dei 18 indagati nell'ambito dell'operazione Mafeking, condotta a febbraio dalla Squadra mobile sotto il coordinamento della Procura di Udine, hanno chiuso ieri la propria posizione con un patteggiamento.
Hanno concordato la pena con il Procuratore capo facente funzioni Raffaele Tito, davanti al gup Daniele Faleschini Barnaba, 7 cittadini ghanesi, 5 nigeriani, un liberiano e un afghano, di età compresa tra i 19 e i 41 anni, a cui sono contestati diversi episodi di micro-cessioni. Le pene variano da 1 anno e 3 mesi a 6 mesi di reclusione. Solo in un caso è stata concessa la sospensione condizionale della pena. Molti di loro sono ancora in carcere, in custodia cautelare. Per tutti è già stata chiesta l'espulsione una volta scontata la pena.
Le pene più elevate (1 anno e 3 mesi) sono state concordate con Daniel Boadi, accusato di numerosi episodi di microcessioni, per cui i difensori Borgobello e Crosilla hanno già impugnato il procedimento di espulsione, e con Henry Eric, considerato dall'accusa il fornitore degli spacciatori del parco. Un anno ciascuno è stato applicato a Yakubu Issah, Dadzie Kasamdah, Sumaila Baba, Dennis Boakye (sospesa), Osman Yahya, Ali Tahiru, Osazee Omoragle, Muhammed Rmma Rmmanuel e Prince Henry Nsalozie. Otto mesi ciascuno a Peter Wiafe e Sakhy Gholami; 6 mesi a Obinna Okwudiri Imoh. Per gli altri quattro indagati si apriranno invece probabilmente le porte del dibattimento.
L'inchiesta era scattata dopo le segnalazioni dei residenti impossibilitati a mettere piede nel parco. Per circa un mese i poliziotti della Mobile avevano tenuto monitorato attraverso l'utilizzo di telecamere il viavai di giovani e spacciatori nel parco.
In circa un mese di osservazione erano stati monitorati oltre 250 episodi certi di spaccio di droga a giovani e giovanissimi, da pusher per lo più africani arrivati in Italia a seguito dell'emergenza Africa del 2011, molti asilanti o presenti sul territorio nazionale per motivi umanitari.
Elena Viotto

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