Autonomia, il ritorno

Martedì 29 Luglio 2014
UDINE - (av) Scioglimento delle province, riforma degli enti locali e sanitaria, cultura: tutti elementi che concorrono ad una nuova definizione della realtà friulana. Non indolori in generale, ma ancor più impattanti per quanto riguarda i riflessi che avranno sull'immagine stessa del Friuli. Tutto questo "movimento" della giunta Serracchiani non poteva lasciare indifferenti le varie componenti dell'autonomismo che, dalla denuncia sussurrata o resa esplicita da alcuni organi di stampa friulanisti, hanno deciso di passare al'offensiva.
È il caso dell'associazione Friuli Europa, (Afe) che ieri per bocca del suo maggior esponente Renzo Pascolat ha reso esplicita questa opposizione e presentato le sue prossime mosse. Con accanto l'ex consigliere regionale Pietro Arduini, il professor Sandro Fabbro dell'Università udinese, Pascolat ha illustrato il documento che chiama a raccolta i friulani in questo momento di profonda crisi economica. «Due i dati da cui partire- ha detto l'ex parlamentare- per poter incidere in modo fortemente riformatore sulla politica regionale: non esiste uscita spontanea alla congiuntura e le proposte relative alla ristrutturazione delle rappresentanze di base, enti locali, aree vaste, rischiano in particolare di frantumare o indebolire la presenza del Friuli».La proposta di Afe nasce di conseguenza, ribadendo la composizione della Regione in due realtà distinte Friuli e Trieste, come recita l'articolo 116 della Costituzione e che "l'aver tolto il trattino con un colpo di mano da deputati frettolosi e forse non consapevoli" non ha risolto. L'internazionalizzazione è vista come strategica per l'autonomia, un rilancio dello statuto ritenuto necessario, vista la "scarsa propensione" della capitale ad accettare proposte dalla periferia. La conclusione ha un interrogativo retorico: riuscirà l'attuale classe politica regionale a innescare questo processo di riforma. Forti i dubbi tanto da pensare ad una mobilitazione popolare prevista per i prossimi mesi, in vista di un appuntamento che riaffermi i valori dell'autonomia.
Un invito aperto a tutte le forze, significativa la presenza all'incontro dei rappresentanti di Coldiretti, Cisl, Confartigianato e Piccole Industrie, ma anche una presa di distanza, soft a dire il vero, dal referendum digitale sull'indipendenza del Friuli: «Rispettiamo le scelte altrui- ha chiosato Pascolat- ma ci sembra un salto nel buio»