«Alloggi nell'ex caserma»

Mercoledì 31 Dicembre 2014
UDINE - Ristrutturare immobili demaniali in disuso e trasformarli in abitazioni o complessi di edilizia ecosostenibile attraverso l'impiego di lavoratori che abbiano perso casa e occupazione per colpa della crisi. L'idea-progetto è quella messa a punto dal Comitato Friuli contro la crisi con uno studio realizzato con il supporto tecnico dell'Associazione italiana Biocostruire Mediterraneo onlus, allo scopo di rispondere all'emergenza abitativa che colpisce anche il capoluogo friulano.
«La nostra volontà sarebbe quella di creare una piccola cittadella a misura d'uomo, autosufficiente per quanto possibile e a zero impatto ambientale, ovvero senza nuovo consumo di suolo. Costruita con una spesa ridotta, legata al solo costo dei materiali, e ampi vantaggi per la collettività», spiega il coordinatore del comitato Renato Valusso che ieri mattina, insieme al presidente della Onlus Elvio Ermacora, si è recato a palazzo D'Aronco per consegnare una raccomandata indirizzata al vicesindaco Carlo Giacomello, con deleghe alla Pianificazione territoriale, con la richiesta di un incontro in cui presentare il progetto. «L'idea sarebbe quella di utilizzare immobili demaniali in disuso», spiegano. «L'ex magazzino militare di via Buttrio e la caserma Cavarzerani» sarebbero i due edifici già individuati dal comitato come strutture ideali per far partire il progetto. Il primo da destinare a «complesso sportivo, con palestre e campi da gioco anche esterni». Il secondo da convertire in «alloggi popolari».
Per le attività di ristrutturazione, il progetto punta ad avvalersi di «risorse umane che si dichiarassero interessate a partecipare al progetto per autocostruzione, ciascuno secondo le proprie competenze, trovando una forma di convenzione con imprese edile specializzate in cui integrare la loro opera». In sostanza maestranze che, complice la crisi, «si sono trovate senza casa e senza lavoro». In cambio dell'alloggio fornirebbero la propria prestazione anche per realizzare spazi aggregativi a favore della comunità. «Il progetto consentirebbe di operare con costi di ristrutturazione nettamente inferiori e con un risparmio di soldi pubblici, di favorire l'incremento occupazionale e di garantire alloggi dignitosi a prezzo sostenibile», si dice convinto Valusso, che ora attende risposta dalle istituzioni.
e.v.

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