Toccato il fondo: scelte drastiche

Giovedì 24 Aprile 2014
Toccato il fondo: scelte drastiche
TREVISO - (pcal) Bilancio in rosso; esposizione con le banche (Unicredit nella fattispecie) da 200 milioni. Questo il quadro finanziario di Fondazione Cassamarca alleggerito solo un po' dal buon esito di alcune operazioni finanziarie destinate a portare ossigeno. Ma non basta: a questo si aggiunge un clima pesante dovuto alle anticipazioni del Gazzettino sul bilancio consuntivo 2013 chiuso con un passivo di oltre 10 milioni di euro. Al presidente Dino De Poli e ai componenti del consiglio d'amministrazione non è piaciuto leggere certe cifre sul giornale, ma l'irritazione non è nemmeno del tutto spiegabile visto che di segreti non ce ne sono: il bilancio ben presto sarà pubblico. Senza contare che dovrà passare anche al vaglio del ministero. Quel disavanzo, attribuito non tanto a gestioni troppo leggere ma alla svalutazione del patrimonio immobiliare conseguenza della crisi in corso, sarebbe comunque venuto a galla. Il nervosismo è palpabile. A Ca' Spineda in queste ore non si respira una buona aria. Ma si coglie anche una consapevolezza: il tempo delle grandi decisioni sembra arrivato. «Martedì qualche scelta verrà fatta»: così assicura un consigliere. E questa volta non ci dovrebbero essere rinvii. È da dicembre che si parla del piano di tagli studiato per riportare il sereno dentro la Fondazione. Ma nessuno ha mai visto niente. In realtà non c'è una sola proposta ma varie opzioni. E martedì verranno scandagliate una per una. Si parte dall'università: i corsi di Ca' Foscari verranno spostati all'Appiani e questo pare ormai certo. Con l'ex distretto che verrà venduto per fare cassa. Il trasloco all'Appiani consentirà di abbattere notevolmente i costi. Giurisprudenza dovrebbe rimanere al San Leonardo ma la Fondazione chiede una profonda revisione delle convenzioni in atto: Venezia e Padova, in poche parole, dovranno iniziare a pagarsi qualcosa a cominciare dai docenti. Poi c'è il fronte Unicredit. Si parla di una possibile cessione di quel che rimane del pacchetto azionario, sceso dallo 0,7 allo 0,25% del capitale del colosso bancario. Fondazione potrebbe così incassare circa 94 milioni di euro. Ma le incognite sono tante: i milioni potrebbero servire a ridurre il debito di 200 milioni di euro ma poi non rimarrebbe più niente. Nemmeno quei pochi dividenti, circa 4 milioni, che ancora incassa. Alla lunga il gioco potrebbe non valere la candela. E non è detto che si faccia. Infine le consulenze: sono troppe e troppo costose. Vanno ridotte. E il Teatro Comunale: Fondazione vorrebbe rivedere l'accordo con il Comune per dividere le spese. Le trattative sono in corso.