«Noi parlavamo di ombre rosse loro hanno capito brigate rosse»

Giovedì 24 Aprile 2014
VOLPAGO - (L.Bon) «Ombre rosse». Ma per gli interpreti diventa «brigate rosse». Secondo Franco Marsura, marito di Maria Marini, i guai della sua donna sono legati, in buona parte, a una mancata conoscenza del dialetto, o meglio della lingua veneta da parte di chi ha intercettato le conversazioni telefoniche. «Non ce l'ho con i meridionali - spiega Franco - assolutamente. Il problema è, però, che le nostre conversazioni avvengono rigorosamente in lingua veneta e quando loro traducono hanno dei problemi. È così che una frase innocua come "ombre rosse" può diventare "brigate rosse"».
Mentre parla, il braccio di Franco cinge la vita di Maria quasi a non voler lasciarsela scappare, lo sguardo è incollato su di lei: «la più bella del mondo».
La vita dell'uomo si è fermata 21 giorni fa, quando gliel'hanno portata via ed è ricominciata ieri.
«Per i primi otto giorni non l'ho neppure sentita. Poi ho ricevuto una chiamata da un numero strano e quando all'altro capo ho sentito "pronto, sono Rita" ho detto "Rita chi?". Non capivo più nulla».
Dei 21 giorni della moglie, Franco sa già tutto, nei minimi dettagli. E non solo perché stanno assieme da due ore, ma perché sua moglie gli ha scritto fiumi di lettere. Continuando, così, a condividere ogni minuto della propria vita. Come fanno da quando si sono ritrovati, alcuni anni fa, ad una cena di classe, riannodando quel filo che da bambini li univa, alla scuola elementare di Santa Maria della Vittoria. E, con Maria, Franco continuerà anche a far politica. «Amo il mio Veneto - dice lui, dice anche lei - sono nato qua. Non trovo giuste certe cose che fa lo Stato. Non siamo razzisti, ma il lavoro non c'è più e bisogna prenderne atto». Ripartendo da San Marco.