«Ma qui non scaldiamo le sedie»

Domenica 20 Aprile 2014
Marco Fighera è il presidente di Ats, la società pubblica che gestisce il servizio idrico integrato, dall'acquedotto agli impianti di depurazione, per conto di 54 comuni. Ex sindaco di Istrana ed ex consigliere provinciale di Forza Italia, il numero uno dell'Alto trevigiano servizi ha un compenso lordo di 42mila euro l'anno. Mille euro in più dell'amministratore delegato, il leghista Christian Schiavon. Il cda è completato da tre consiglieri con un'indennità lorda di 12mila euro l'anno a testa: Ylenia Sala, Graziano Forlin e Loris Pasqualotto.
Fighera, ricevuto l'invito dei segretari dei partiti trevigiani, è pronto a tagliarsi lo stipendio?
«I nostri compensi sono già stati ridotti con il rinnovo del consiglio di amministrazione dell'anno scorso. L'assemblea dei sindaci ha voluto dare un segnale in tempi di spending review e noi l'abbiamo ovviamente seguita. Va ricordato, inoltre, che le indennità dei tre consiglieri non vanno nelle loro tasche ma vengono girate ai Comuni. E non ci sono deleghe particolari».
Impossibili ulteriori tagli?
«Il lavoro richiede impegno. Non stiamo parlando della cassa peota. Dal 2007 a oggi siamo cresciuti molto: abbiamo creato un solo ente, messo assieme 54 Comuni e allineato tariffe diverse. Abbiamo un fatturato annuo di circa 42 milioni, 200 dipendenti, 80 depuratori e serviamo oltre mezzo milione di persone. Per non parlare delle responsabilità sulla sicurezza dell'acqua e sulla salvaguardia dell'ambiente, che possono avere non solo risvolti amministrativi ma pure penali».
I partiti, però, sono stati chiari: i compensi dei manager delle aziende pubbliche vanno ridotti.
«Ma non siamo mica tutti Mauro Moretti o altri. Non si può fare di tutta l'erba un fascio: va valutato il lavoro svolto. Qui sembra che chi siede nei cda lo faccia solo per prendere soldi a sbafo. Invece serve impegno e competenza. Non ci sono solo scalda-sedie, non c'è solo gente che fa convegni e assemblee. Nel settore privato, ad esempio, quanto prenderebbe una persona alla guida di un'azienda con un fatturato da 42 milioni?».
Qualcuno però potrebbe interpretare questo confronto come la richiesta di un aumento.
«Ma no. Il punto è che alla fine ci si stanca di assistere a rigurgiti anti-casta ogni due o tre mesi. Io desidero lavorare, con lo spirito da sindaco, non dover affrontare ogni volta questo tipo di discorso. Anzi, non voglio nemmeno entrare nel merito. Mi occupo a tempo pieno di Ats e seguo quello che decide l'assemblea dei sindaci, come abbiamo sempre fatto».
Sono i primi cittadini, insomma, a dettare la linea.
«Certo. Per questo anche i ragionamenti sui compensi spettano a loro. Quando ero sindaco, ad esempio, qui non percepivo nulla perché avevo l'indennità da primo cittadino. Alla fine l'importante è applicare le leggi in materia di compensi e, soprattutto, fare bene il proprio lavoro: essere sempre operativi, affrontare tutte le problematiche, che non sono indifferenti, e reinvestire continuamente nella qualità dei servizi da dare ai residenti».(((favarom)))