Il dirigente: «Sono molto sereno la realtà dei fatti deve emergere»

Giovedì 18 Dicembre 2014
TREVISO - Flavio Bellin, direttore dell'Ater, non ha molta voglia di parlare. La vicenda di Portobuffolè gli è piombata addosso con la violenza di un macigno. Però non perde la fiducia: «Mi sento molto sereno - dice -. E' nel mio interesse che la realtà dei fatti emerga. Da parte mia garantisco la massima collaborazione perché voglio che venga fatta assoluta chiarezza. E ho grande fiducia nel lavoro della magistratura». Più in là di questo non dice. Il suo avviso di garanzia ha scosso l'Ater. Dopo la perquisizione della Guardia di Finanza di venerdì un po' tutti erano convinti che la cosa fosse finita lì. Un avviso di garanzia non era nelle previsioni. Il presidente Francesco Pietrobon è tra i più colpiti: «Non voglio addentrarmi in questioni legali - precisa -, ma ho la massima fiducia in Bellin e nel suo operato. Non ho idea di cosa sia successo, del perché ipotizzino addirittura l'abuso d'ufficio. Sono sicuro che, se qualcosa c'è stato, si tratterà sicuramente di svarioni amministrativi del tutto involontari. Ma sempre che si sia effettivamente sbagliato qualcosa: punto ancora tutto da chiarire». Il presidente è anche stupito che tutto questo putiferio sia nato per un progetto di relativo valore rispetto a quelli comunemente affrontati dall'Ater: «Sinceramente resto basito che si sia arrivati a una cosa del genere - continua -, ma oltre che nel direttore, ho piena fiducia anche in tutta la nostra macchina amministrativa, nei funzionari che hanno esaminato le carte. Parliamo poi di un progetto semplice, non sarà complicato mettere assieme tutti i passaggi e capire se veramente è stato commesso qualche errore. Ma rimango convinto che la mia struttura abbia lavorato correttamente. Ad ogni modo siamo una fase preliminare e la magistratura saprà fare chiarezza su tutto».
Paolo Calia

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