Da immigrati a cittadini italiani in un anno la svolta per tremila

Giovedì 24 Luglio 2014
La crisi economica non fa scappare gli extracomunitari dalla Marca. Questi diminuiscono, vero. L'anno scorso si sono contati 101.718 residenti stranieri. Ben 3.605 in meno rispetto al 2012 (-3,4%). Ma soltanto perché quasi altrettanti sono diventati a tutti gli effetti italiani. Un numero senza precedenti per il trevigiano. «L'anno scorso 3.394 persone hanno acquisito la cittadinanza italiana: oltre il doppio rispetto al 2012 -mette in luce l'undicesimo rapporto sull'immigrazione presentato ieri da Cisl Anolf, Migrantes, Caritas Tarvisina e cooperativa sociale Servire- questo è anche dovuto alla maggiore celerità degli adempimenti amministrativi prima eseguiti dal ministero e ora affidati alla prefettura». Tra questi nuovi italiani ci sono soprattutto persone provenienti dal Marocco e dal Senegal. Cioè le nazionalità tra le prime ad arrivare nella Marca ormai oltre vent'anni fa. Insomma, non c'è nessuna fuga di massa. Al massimo rientri temporanei di parte delle famiglie nei paesi d'origine per ridurre le spese.
Quello che invece realmente cala è il numero delle nascite. «Nel 2013 sono nati 1.806 bambini da genitori stranieri -fa il punto Franco Marcuzzo dell'Anolf- ben l'8,7% in meno su base annua: 173 nati in meno rispetto all'anno precedente. Il saldo demografico è sempre più negativo per la componente italiana (-1.187, ndr) e sempre meno positivo per quella straniera (+1.716, ndr). Il rischio è quello di ritrovarsi tra le mani, nel giro di pochi anni, una bomba demografica: una situazione di difficile sostenibilità socioeconomica». Cioè una provincia con pochi bambini e moltissimi anziani. Il dato si trascina dietro il valore di tutti gli indicatori connessi. I minori stranieri, ad esempio, hanno registrano 1.120 presenze in meno (-4%). Di pari passo va il numero degli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole trevigiane. Nel 2013 sono stati 19.197. Cioè circa 230 in meno dell'anno prima. «È la prima volta in 17 anni che registriamo un calo nelle iscrizioni scolastiche -rivela don Bruno Baratto, direttore dell'ufficio Migrantes- l'incidenza è maggiore alle medie. Questo può significare un rientro nei paesi di origine da parte delle famiglie, figli compresi, o il fatto che molti di ragazzi sono diventati a tutti gli effetti cittadini italiani, quindi non più considerati stranieri».
Infine, il lavoro. Nel 2013 la Marca ha perso circa 4mila posti di lavoro: 3mila occupati da italiani e quasi mille da stranieri. Per questi ultimi, in particolare, il "buco nero" è il settore industriale. Sono invece positivi, pur di poco, i bilanci occupazionali rilevati in agricoltura e nei servizi alle persone. Soprattutto il segmento dell'assistenza domiciliare. Questo registra addirittura un aumento del 2,6% delle assunzioni. Solo a tempo determinato. Ma meglio di niente.

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