Arrivano altri 18 profughi il dormitorio apre le porte

Mercoledì 20 Agosto 2014
I profughi tornano nel dormitorio di via Pasubio a Santa Maria del Sile, nell'ex scuola elementare Marconi. Ieri mattina verso le 4 sono arrivati in corriera da Salerno in 18, tra cui una famiglia palestinese, a quanto pare in fuga da Gaza, formata da mamma, papà e tre figli, uno di appena 10 mesi. Hanno passato tutti la notte nelle brande fatte preparare dalla Caritas. La famiglia palestinese e un altro connazionale sono stati poi trasferiti a Vittorio Veneto nel centro di accoglienza Ceis, mentre a Treviso sono rimasti 10 sudanesi e 2 siriani. E non è finita qui. Nei prossimi giorni, annuncia la Caritas, altri profughi potrebbero essere smistati a Treviso e una decina sembrerebbero diretti proprio al dormitorio di via Pasubio. Del resto la Prefettura aveva avvisato per tempo Ca' Sugana: la struttura rimessa a posto lo scorso inverno per dare un tetto ai senza fissa dimora della città, sarebbe stata utilizzata per le emergenze. E così sta accadendo. Tutta l'organizzazione per l'accoglienza è però a carico della Caritas, il Comune si sta limitando solo a mettere a disposizione la struttura e a garantire i servizi minimi come la raccolta dei rifiuti attraverso Contarina: «La convenzione per l'accoglienza in via Pasubio è valida fino al 30 settembre -sottolinea l'assessore alle politiche sociali Liana Manfio- poi la struttura tornerà ad essere utilizzata come dormitorio per i senza fissa dimora. Ringrazio i residenti e i parrocchiani, alcuni dei quali hanno anche chiesto di prestare servizio come volontari. C'è da dire che dell'accoglienza si sta occupando in toto la Caritas: il Comune mette solo a disposizione la struttura, senza alcun costo per la collettività».
E in infetti ieri, per tutta la giornata, la catena della solidarietà dei residenti attorno al dormitorio ha funzionato a pieno regime: chi ha portato vestiti, chi cibi, chi lenzuola, coperte e generi di prima necessità, soprattutto per i bambini. Al resto hanno pensato i volontari della Caritas e i medici e infermieri dell'Usl 9 che hanno effettuato esami e visite per controllare lo stato di salute dei profughi. In attesa dei nuovi arrivi.(((caliap)))

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