Verdi esclusi dalle elezioni europee

Venerdì 18 Aprile 2014
«Una interpretazione della norma che definire restrittiva è poco: stravagante e stravolgente». Lapidario il commento della co-portavoce nazionale e candidata Luana Zanella alla decisione di escludere le liste di Green Italia-Verdi europei dalla corsa per Strasburgo del 25 maggio. Il mancato riconoscimento agli ambientalisti di avvalersi dell'esenzione di firme è giunta a poche ore dalla presentazione a Venezia dei candidati all'Europarlamento per il collegio Nordest, tra cui il popolare volto televisivo e capolista Syusy Blady (Maurizia Giusti) e la stessa Zanella. Pronta la reazione, con la presentazione di un ricorso sul quale la Cassazione dovrà pronunciarsi entro quarantotto ore dalla ricezione. «Non ci arrenderemo - ha aggiunto Zanella - Già avevamo evidenziato che la raccolta firme non era necessaria, perché la norma di riferimento non potrebbe essere più chiara e i Verdi sono il quarto gruppo politico del Parlamento europeo, seppur senza deputati italiani. Invece quest'ultima è stata giudicata dal'ufficio elettorale e dal ministero una condizione essenziale, e ha determinato l'esclusione delle nostre liste. Che, se confermata, implicherà da parte nostra la presentazione al Tar di ulteriori ricorsi, uno per ogni circoscrizione».
A sostegno dell'ammissione del movimento fondato nel giugno 2013 e che nel simbolo abbina il girasole al sole che ride, Reinhard Butikofer e Jacqueline Cremers, rispettivamente co-presidente e segretaria generale del Partito verde europeo, assieme a Daniel Cohn-Bendit e Rebecca Harms, co-presidenti del gruppo parlamentare a Strasburgo, hanno scritto una lettera al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano e al premier Matteo Renzi, richiamando «la necessità di saper mobilitare il maggior numero di cittadini al voto e di garantire la presenza di una voce politica ecologista anche in Italia. Crediamo che l'attuale lettura della legge 18/1979 sia sufficiente per sostenere l'esenzione dalla raccolta firme per qualsiasi lista che sia espressione a livello nazionale di un partito politico europeo, che alle precedenti consultazioni europee abbia ottenuto l'elezione di almeno un candidato». Non meno polemica la direzione nazionale, che sottolinea come la non obbligatorietà della raccolta firme sia valida per tutti i partiti politici rappresentati nell'Europarlamento: «Contro un'esclusione ingiusta e contro lo spirito del trattato di Lisbona siamo pronti a dare battaglia, certi che le nostre ragioni verranno riconosciute in tutte le sedi competenti - continua il comunicato - Tanto più che il diritto all'esenzione è stato riconosciuto pressoché a tutte le formazioni politiche che parteciperanno alle prossime elezioni, come il Centro democratico e Fratelli d'Italia».
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