Rimborsi 10 volte maggiori (ma lo Stato si rivale sulle toghe)

Lunedì 1 Settembre 2014
ROMA - Di certo non sarà una riforma della giustizia a costo zero. Almeno per quanto riguarda la responsabilità civile dei magistrati. Perché il ddl varato in consiglio dei ministri ha avuto un'aggiunta in extremis, su richiesta del ministero dell'Economia, relativa alla copertura finanziaria. Avendo infatti deciso di eliminare il filtro ai ricorsi presentati contro lo Stato dai cittadini che si ritengono vittime di errori giudiziari, il governo dovrà inevitabilmente far fronte a una spesa maggiore. Di quanto? In un solo anno sarà dieci volte superiore a quanto lo Stato ha sborsato complessivamente nel periodo che va dal 2005 al 2014. La previsione di spesa è di 540mila euro a partire dal 2015, mentre per gli ultimi mesi del 2014 si calcolano 135mila euro. Per quantificare gli oneri della futura legge, sulla quale l'Anm ha già iniziato a polemizzare. Che il meccanismo dei filtri previsto dalla legge Vassalli del 1988 abbia limitato, e di molto, le condanne a carico dello Stato è cosa nota. Quante fossero per l'esattezza lo si scopre ora: 9 in tutto dal 2005 al 2014, ed hanno comportato - scrive il ministero - «una liquidazione media degli importi pari a circa 54mila euro». Ecco allora che la previsione di spesa futura viene fatta «in via approssimativa» prevedendo circa dieci condanne l'anno, contro le nove totali dell'ultimo decennio. Certo è che il governo conta di recuperare buona parte di quei 540mila euro. A differenza della legge Vassalli che rendeva facoltativa la rivalsa dello Stato sul magistrato per un terzo dello stipendio, il ddl Orlando prevede infatti l'obbligo di rivalsa e fino alla metà dello stipendio.

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