Norme "ballerine" Sconto per chi affitta a rischio copertura

Domenica 31 Agosto 2014
ROMA - L'alta velocità ferroviaria alla sfida dei tempi e molti miliardi sbloccati per 6 aeroporti, in particolare per Fiumicino così come concordato anche con Etihad per l'intesa con Alitalia. E poi, quattro opere «in panchina» pronte a ottenere finanziamenti nel caso le altre ritardino.
Sono alcuni dei dettagli del decreto Blocca Italia che è possibile mettere a fuoco il giorno dopo il varo. Anzitutto, nonostante il testo risulti approvato, in realtà le norme sono ancora suscettibili di variazioni: sono sotto esame dei tecnici dei vari ministeri. L'approvazione è stata data con la formula «salvo intese», un trucchetto che consente di modificare, aggiungere o cancellare.
In particolare si stanno verificando le coperture per alcune norme che riguardano gli affitti. Tra queste quella che prevede una bonus del 20% per l'acquisto di immobili da dare in locazione con canone concordato. Potrebbe scendere il tetto del beneficio (ora fissato a 300 mila euro). Ma verifiche sarebbero in corso anche per la norma di affitto e riscatto. Il capitolo immobiliare del decreto è tra i più ricchi. Ci sono anche norme anti-burocrazia per effettuare lavori di casa e per la rottamazione di immobili abitativi a bassa prestazione energetica.
Per la Tav, la sfida sono i tempi: entro novembre 2015 l'apertura dei cantieri per due linee ferroviarie ad alta velocità, Napoli-Bari e Palermo-Catania, o i fondi saltano. Tanto che il governo ha previsto 4 opere «di riserva» che subentreranno se i cantieri assegnatari dei fondi non rispetteranno i tempi previsti. Sono la CircumEtnea, le metropolitane di Palermo e di Cagliari e il primo lotto della Termoli-S.Vittore.
Lo sblocca Italia consente l'avvio delle opere già finanziate per 4,6 miliardi in 6 aeroporti. La maggior parte dei soldi è per Fiumicino, che vede svincolati 2,1 miliardi. Segue Malpensa (890 milioni), Venezia (360), Firenze (280), Salerno (40) e Genova (20).
Il governo spinge infine alla realizzazione della banda larga anche nelle «aree a fallimento di mercato» cioè le aree periferiche, di montagna, meno popolate, dove gli investimenti necessari per portare la banda larga superano di gran lunga i ricavi che se ne possono trarre. È allora previsto un credito d'imposta a valere sui tributi Ires e Irap per il 30% del costo dell'investimento.

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