La Ue aggiorna le "quote" Botta da 2 miliardi a Londra Cameron: «Non pago»

Sabato 25 Ottobre 2014
«Non pagherò la fattura. Non tirerò fuori il mio libretto degli assegni». Il premier britannico, David Cameron, è tornato a sparare contro l'Unione Europea, dopo che la Commissione ha comunicato informalmente la possibilità che il Regno Unito veda aumentare il suo contributo al bilancio comunitario a partire dal 1° dicembre prossimo. La cifra è da capogiro e le conseguenze politiche sono potenzialmente devastanti: 2,1 miliardi di euro l'anno, a meno di dodici mesi dalle elezioni politiche e nel momento in cui gli euroscettici dell'UKip cavalcano l'onda dei sondaggi. Cameron, «profondamente frustrato e molto arrabbiato», ha trovato nuovi alleati nella sua battaglia contro il bilancio comunitario. Compreso Matteo Renzi, messo di fronte a un conto di 340 milioni in più l'anno. «La burocrazia rischia di distruggere l'Europa», ha avvertito il presidente del Consiglio.
La proposta della Commissione, fondata su un aggiornamento dei calcoli del Pil e della componente Iva da parte di Eurostat, ricalibra il contributo di ciascun paese membro dell'Ue. A pagare di più saranno Regno Unito, Olanda, Italia e Polonia: i paesi che, secondo Eurostat, hanno beneficiato di una crescita maggiore del Pnl dal 1995 al 2013. «Il contributo della Gran Bretagna riflette un aumento della ricchezza», ha spiegato la Commissione. Per contro la Germania, il motore dell'economia europea, beneficerà di un forte sconto. Il governo di Berlino risparmierà 780 milioni l'anno rispetto a quanto versato finora al bilancio Ue. Anche Svezia, Danimarca e Finlandia pagheranno di meno. Alla Francia va ancora meglio, con un taglio del contributo di oltre 1 miliardo. Non a caso, durante il dibattito a porte chiuse, il presidente francese, François Hollande ha detto che i ministri delle Finanze non possono modificare le regole statistiche. Il miliardo in meno per la Francia non si tocca, ha avvertito Hollande.
Londra ha preteso un Ecofin straordinario. Il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha spiegato imbarazzato che la decisione non è definitiva, ma anche ricordato che i criteri erano già stati concordati in precedenza dagli Stati membri. Fonti comunitarie ricordano che Londra, contrariamente a Roma, continua a beneficiare di consistenti «rebate» (i rimborsi strappati da Margaret Thatcher negli anni '80). «Se l'Europa continua a comportarsi così, nessuno si può sorprendere se c'è gente che dice andiamocene via», ha avvertito il premier britannico. A Renzi, che polemizzando con Barroso per la lettera sulla legge di Stabilità mercoledì aveva chiesto la pubblicazione di tutte le spese Ue, la battaglia sul bilancio comunitario fa gioco. «Ci sono certi momenti in cui perfino Adenauer e De Gasperi diventerebbero euroscettici» per la burocrazia e tecnocrazia dell'Ue, ha detto Renzi.

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