Dura poche ore la mini-Iva sulle ristrutturazioni di case

Mercoledì 22 Ottobre 2014
Dura poche ore la mini-Iva sulle ristrutturazioni di case
Va verso una bocciatura la norma inserita nottetempo nel decreto «Sblocca Italia» che alza dal 4 al 10 per cento l'Iva sulle prime case «nuove» acquistate dai costruttori e, contemporaneamente, abbassa dal 10 al 4 per cento quella sulle ristrutturazioni ecocompatibili. La Commissione bilancio della Camera, che oggi dovrà dare un parere agli emendamenti approvati al decreto, è pronta a chiedere la soppressione di questo pacchetto di norme inserito dalla Commissione ambiente. Ieri il servizio studi di Montecitorio ha dato un parere decisamente critico, spiegando che «l'applicazione dell'Iva al 10 per cento per le nuove costruzioni non determina necessariamente effetti positivi di gettito». Anche perché, secondo le osservazioni del servizio studi, per come è scritta la norma, contemporaneamente abbasserebbe dal 22 al 10 per cento l'Iva sull'acquisto di abitazioni di lusso. Come se non bastasse l'abbassamento al 4 per cento dell'Iva sulle ristrutturazioni andrebbe in contrasto con la normativa europea. L'aliquota del 4 per cento, infatti, è considerata da Bruxelles un'eccezione, visto che il prelievo minimo consentito dalle norme comunitarie è del 5 per cento. Difficile, insomma, modificare il ristretto elenco di casi «eccezionali» concessi dall'Europa. Ma a tagliare la testa al toro ci ha pensato ieri anche il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti. «Per quanti mi hanno segnalato allarmati l'emendamento allo Sblocca Italia approvato in Commissione Ambiente che aumenterebbe al 10 per cento l'Iva sulle cessioni di abitazioni nuove anche se prima casa», ha scritto su Facebook, «tranquillizzo in ordine al fatto che questa previsione normativa alla fine non ci sarà». Il presidente della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, ha invece ironizzato su alcuni emendamenti approvati dalla Commissione Ambiente definendoli «Sblocca fantasia». Secondo Boccia nel testo ci sono «un po' di pasticci», come «la creatività sull'aumento dell'Iva sulle nuove case».
Il dietrofront sull'Iva, insomma, è certo. Così come è certa la retromarcia anche su un'altra modifica approvata nella notte di venerdì scorso in Commissione ambiente: quella che eliminava l'obbligo di affittare gli immobili acquistati per otto anni a canone calmierato per poter ottenere il bonus fiscale del 20 per cento fino ad un tetto di 300 mila euro. Ieri la relatrice del provvedimento, Chiara Braga, ha presentato un emendamento che ripristina l'obbligo di dare in locazione a canone concordato l'immobile acquistato per poter ottenere la deduzione Irpef. Una norma che, se non fosse stata ripristinata, avrebbe consentito il pagamento del bonus su tutte le nuove case acquistate generando, secondo i tecnici della Camera, un ulteriore ammanco nei conti dello Stato.
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