Allarme psicosi, prevenzione in calo

Venerdì 28 Novembre 2014
Allarme psicosi, prevenzione in calo
ROMA - Si è aperta solo a metà ottobre la campagna vaccinale di quest'anno in Italia contro l'influenza e la decisione precauzionale da parte dell'Aifa di bloccare un vaccino Novartis per le morti sospette di tre anziani, in attesa della conferma del legame, rischia di provocare non solo la psicosi ma anche un nuovo crollo delle vaccinazioni. Già nel 2012 si era verificato un forte calo in seguito ad un'altra sospensione a scopo cautelativo, divieto rimosso dopo due settimane. In quel caso il problema derivava dalla formazione di aggregati delle proteine all'interno dei flaconi che in linea teorica avrebbero potuto causare effetti indesiderati, ipotesi mai verificata perché i lotti non raggiunsero mai il mercato. Ad essere interessati erano i vaccini Agrippal, Influpozzi sub unita, Influpozzi adiuvato e il Fluad, lo stesso dello stop di ieri. La decisione italiana fu seguita anche dalle autorità di Canada e Svizzera e i controlli durarono fino alla metà di novembre, quando il divieto fu rimosso in tutti e tre i paesi. Il 2012 rimarrà l'annus horribilis per i vaccini antinfluenzali. Poche settimane prima erano infatti state ritirate 2,5 milioni di dosi della versione prodotta dall'azienda Crucell per problemi legati alla sterilità di alcuni lotti.
E, nonostante le raccomandazioni dei medici che continuano a suggerire le vaccinazioni soprattutto per anziani e bambini, la copertura vaccinale contro l'influenza è scesa negli ultimi 4 anni dal picco del 19,6% della stagione 2009-2010 al 15,6% del 2013-2014. La discesa in ogni caso è ancora più marcata per quanto riguarda gli over 65: si è passati dal 65,6% di vaccinati nel 2009-2010 al 55,4% della stagione 2013-2014 (-10,2%). Quest'anno per combattere l'influenza, oltre ai vaccini trivalenti usati finora, ci sarà per la prima volta anche quello tetravalente, che copre quattro ceppi del virus influenzale. Primi casi sporadici e isolati stanno arrivando in Italia da inizio novembre ma, secondo le proiezioni dei medici, ad essere colpiti potrebbero essere a fine stagione circa quattro milioni di italiani.
L'Italia ricopre un ruolo di primo piano nella produzione e nell'esportazione dei vaccini, tra il 2008 e il 2013, l'industria italiana dei vaccini, secondo i dati di Farmindustria, ha fatto registrare un +118% nelle esportazioni, a fronte del 7% dell'intera industria e, nel 2014, l'export italiano è cresciuto del 61% a fronte del +26% degli altri paesi europei.
L'Italia, stando ai dati dell'associazione che rappresenta l'industria del farmaco, e più in generale l'Europa, con il 79% della quota mondiale, sono il punto chiave della produzione dei vaccini, e nel nostro paese gli addetti impegnati nel settore sono 2600 di cui circa 2000 nella ricerca e sviluppo.
Il rapporto costo-beneficio che si ottiene vaccinando contro l'influenza tutti i cittadini di età compresa tra 50 e 64 anni è stato stimato di uno a dieci: infatti, con un costo annuo di 76 milioni di euro si otterrebbero risparmi in spese per assistere i malati dalle complicanze legate al virus stagionale di circa 746 milioni di euro.

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