«Renzi non ha il consenso delle persone oneste» Bufera sul leader Fiom

Sabato 22 Novembre 2014
ROMA - È bufera sul segretario generale della Fiom, Maurizio Landini dopo le dichiarazioni di ieri mattina al corteo del sindacato a Napoli secondo le quali il premier Matteo Renzi non avrebbe «il consenso di chi lavora e delle persone oneste». Immediata la replica del presidente del Pd, Matteo Orfini che via Twitter ha risposto che il sindacalista così «offende milioni di lavoratori» e del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che ha detto di essere «molto onesto onesto», anzi «più che onesto».
Landini in seguito ha precisato le sue parole dicendo di non aver «mai pensato che Renzi non ha il consenso degli onesti. Ho detto - ha spiegato - che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del paese che paga le tasse». Si allarga quindi la frattura tra il sindacalista e il premier dopo l'iniziale 'luna di miele' e i diversi incontri prima e dopo l'inizio del mandato di Renzi alla guida del governo, anche a palazzo Chigi, quando sembrava che il leader dei metalmeccanici della Fiom fosse stato scelto come interlocutore privilegiato per il rapporto diretto con i lavoratori. «Si salva il lavoro tenendo aperte le fabbriche e non alimentando polemiche - ha detto Renzi senza mai citare Landini - risolvendo le crisi industriali e non giocando a chi urla più forte».
L'uscita del leader Fiom, uno dei pochi sindacalisti con cui fino a poco tempo fa il premier aveva feeling, arriva proprio mentre Renzi sta incontrando al Business Europe, insieme al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il gotha delle associazioni degli industriali europee. «L'idea è quella di provocarvi: - è la sfida - liberiamo il sistema tradizionale italiano: l'articolo 18 simbolo di una tradizione italiana ora non è più un ostacolo e possiamo ridurre le imposte».
Proprio sulla possibilità di tenere aperte le fabbriche nelle scorse settimane si era già scatenata una bagarre con la minaccia di Landini nel corso di una manifestazione di occuparle contro la riduzione dei diritti dei lavoratori e l'abbassamento dei salari.
Sulle frasi di Landini si è scatenata «solo una grande polemica» ha detto il numero uno della Cgil, Susanna Camusso. «Alcune persone - ha aggiunto - mi pare che abbiano come unico scopo quotidiano costruire contrapposizioni con iniziativa dei lavoratori. Forse potrebbero dedicare il loro tempo a qualcos'altro». E mentre si prepara lo sciopero del 12 dicembre di Cgil e Uil contro il ddl di stabilità e il Jobs act e per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici, la tensione resta altissima. «Renzi non sta creando lavoro - ha detto Landini - ma sta trasformando le condizioni di chi lavora in schiavitù. Stiamo assistendo ad un tentativo pericolosissimo di far passare l'idea che pur di lavorare uno deve essere pronto ad accettare qualunque condizione».
«La dichiarazione di Landini, secondo la quale il governo non avrebbe 'il consenso delle persone oneste', se vera, si rivelerebbe molto indicativa della cultura democratica del leader della Fiom - ha detto il capogruppo dei senatori di Ncd, Maurizio Sacconi - insisto a ritenere, sulla base del vissuto italiano degli ultimi 40 anni, che le parole sono pietre. Poi non ci si stupisca se...».
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