Contestato Luca, l'ex icona gay,
famoso per la canzone di Povia

Martedì 19 Agosto 2014 di Vittorino Bernardi
Contestato Luca, l'ex icona gay, famoso per la canzone di Povia
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SCHIO (VICENZA) - Carabinieri al Meeting mariano Regina dell'Amore, per la prima volta in 22 anni. È accaduto domenica pomeriggio, con i militari a fare da scorta all'ospite Luca Di Tolve, che dalla pubblicazione della sua autobiografia "Ero gay" (da cui Povia ne trasse una canzone che fece scalpore a Sanremo 2009) ha ricevuto svariate minacce di morte dal mondo gay, nascosto la residenza e quando va a parlare in pubblico deve accettare una scorta dalla Digos per il rischio di essere aggredito. Milanese, quarantenne, fino a una decina di anni fa Luca Di Tolve è stato un simbolo della galassia omosessuale italiana che dopo un cammino di fede si è sposato con Teresa e da quattro mesi è padre di una bimba.



Ha raccontato la sua vita davanti a un migliaio di persone. «Ho perso tanti amici per l'aids e pure io sieropositivo era disperato, non pensavo che alla morte fino a quando ho visto un rosario, l'ho preso tra le mani e al contatto ho sentito dentro un grande calore a sciogliere le mie paure e una voce a dirmi: va avanti. È stata la svolta, mi sono avvicinato alla Chiesa fino a un pellegrinaggio a Medjugorje (nel 2004) dove incontrai Teresa, la ragazza che tre anni dopo è diventata mia moglie».



Sulla «guarigione» dalla condizione di gay è stato chiaro.
«La mia è una guarigione spirituale. Potrei usare un altro verbo, uso questo perché le lobby gay ci vogliono rubare anche le parole. Mai pensato che l'omosessualità sia una malattia. Siamo liberi di scegliere, anche di compiere il mio percorso senza polemiche o peggio. Nel mondo gay mi considerano un reietto, un rifiuto umano. Se un eterosessuale diventa gay viene salutato come un eroe, lo invitano in televisione, gli offrono un posto da opinionista nei giornali, mentre se un omosessuale compie il percorso inverso viene messo al bando».



Sulla «guarigione» dalla condizione di gay è stato chiaro Di Tolve. «La mia è una guarigione spirituale. Potrei usare un altro verbo, uso questo perché ci vogliono rubare anche le parole. Ripeto per la 256millesima volta che l'omosessualità non è una malattia».



Ha trovato contestazioni da parte di Arcigay Vicenza e il centro sociale Arcadia con il flash-mob "Schio contro l'omofobia. Boicottiamo Luca Di Tolve". Un centinaio di persone armate di striscioni, cartelli e tamburi, controllate da una trentina di uomini delle forze dell'ordine, si sono poste a 200 metri dalla tensostruttura che ha ospitato l'incontro con l'intento di disturbare, senza riuscirci.



Sulle contestazioni è stato lucido. «Noi cattolici vi lasciamo liberi di decidere la vostra vita, ma lasciateci liberi di esprimerci, di esporre la bellezza e l'amore che arriva dal Vangelo. Non potete cambiare il Vangelo e le parole di Gesù Cristo». Luca Di Tolve ha concluso l'intervento tra scrosci d'applausi, per ripartire subito verso casa, scortato dalla Digos.
Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 13:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA