Un murales rosa sul muro della scuola
contro il bullismo e l'omofobia

Lunedì 22 Dicembre 2014 di Raffaella Forin
Un murales rosa sul muro della scuola lancia il suo messaggio
6

BASSANO - Sulle note del brano «Atlas Of Thoughts» si è svolto all'istituto Remondini il «Basta il colore Day». Riposti gli zaini e i libri, e indossate le t shirt rosa, simbolo della campagna lanciata dal Bassano Basket già da un anno con una grande audience sui social network e ha contagiato molti gangli cittadini e di diversi sport, contro la violenza di genere, il femminicidio, il bullismo e l'omofobia, gli studenti sono stati protagonisti di una lezione di vita, di educazione civica.

A loro si sono uniti anche i coetanei del vicino istituto tecnico Einaudi, alcuni giocatori giallorossi del basket e del rugby (anche gli atleti della palla ovale quest'anno hanno aderito alla campagna), oltre ai promotori del progetto.

Ispirandosi allo slogan dell'esperienza «Le etichette vanno bene per le lattine, non per le persone», citazione del celebre artista della pop art Andy Warhol, i ragazzi hanno presentato e proposto una riflessione sulle iniziative da loro ideate e realizzate per testimoniare l'impegno per portare anche all'esterno delle mura scolastiche un pensiero che oramai sentono proprio, perfettamente in linea con lo slogan del nuovo calendario di «Basta il colore»: «Non esistono persone diverse, esistono solo modi diversi di guardarle».

Oltre agli studenti, hanno partecipato l'artista Carlo Inglese, che con il proprio estro creativo ha contribuito alla realizzazione dell'evento, il sindaco di Nove Chiara Luisetto, con cui la scuola ha già collaborato in occasione dell'evento "#postoccupato" contro la violenza sulle donne e Mattia Bindella, consigliere comunale delegato alle Pari opportunità.

Tra le azioni messe in campo dagli studenti del Remondini, anche un originale murales, tutto rosa, dipinto sulla parete esterna di fianco all'ingresso della scuola. Numerosi i cartelloni, ottenuti sempre con il colore simbolo della campagna antiviolenza, posizionati in diversi punti dell'istituto.

Non sono poi mancate le copie dei calendari 2015 realizzati dai promotori di «Basta il Colore» per raccogliere fondi per la Città della Speranza.

Dodici scatti colti dall'obiettivo del fotografo Luca Serradura al quale è stata affidata la direzione artistica della pubblicazione. Immagini che, in maniera leggera e accattivante, affrontano le varie discriminazioni sociali dettate da una fragilità umana, ma proposte in un'ottica di riscatto: dalla ragazza in sovrappeso che diventa protagonista della scena all'anziano sul ring che riesce a mettere al tappeto il giovane palestrato; dal ragazzo affetto dalla sindrome di Down che centra il canestro alle vittime di bullismo che favoriscono la socializzazione. Accanto a loro gli atleti delle due squadre che hanno sostenuto il progetto, alcuni dei quali indossano la maglia rosa con papillon nero, diventata il simbolo del messaggio

Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 09:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA