Il prefetto di Venezia: «Sono pronto
a requisire edifici per i profughi»

Martedì 16 Settembre 2014 di Vettor Maria Corsetti
Il prefetto Domenico Cuttaia
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VENEZIA - «Sbarco dopo sbarco, la situazione profughi nel Veneto si sta facendo sempre più difficile. Ormai abbiamo superato il limite dell’accoglienza. E dal momento che sicuramente nelle prossime settimane di arrivi ce ne saranno ancora, qualora dovessi trovarmi nella condizione di non poter assicurare loro un tetto sopra la testa per l’indisponibilità di sindaci e albergatori, non potrò che adottare provvedimenti requisitori di edifici di proprietà pubblica». A dirlo senza possibilità di equivoci ieri a Venezia è stato il prefetto Domenico Cuttaia, commentando l’arrivo nel Veneto di 457 nuovi migranti che si aggiungono ai 200 di venerdì scorso. «Nuclei comprensivi di svariati gruppi familiari, bambini compresi – ha spiegato – Suddivisi in cinque province secondo il criterio della densità demografica: 92 in quella di Padova, altrettante persone a Treviso, 89 a Venezia, 94 a Verona e 90 a Vicenza. Salvo casi sporadici o emergenziali, non a Belluno e a Rovigo, province ormai sature». Una dichiarazione che il sindaco di Padova Massimo Bitonci ha ritenuto "incredibile": «Trovare una collocazione per i nuovi arrivati - ha detto il sindaco - è compito del Governo, i sindaci non hanno responsabilità e non possono privare i cittadini di strutture comunali».

Da gennaio ad oggi, il Veneto ha accolto e movimentato 3.500 profughi, di cui più della metà ora sono all’estero. «Tutti controllati e riconosciuti come tali: in caso contrario, come previsto dalla convenzione di Dublino, gli altri Paesi potrebbero rispedirceli indietro», ha precisato Cuttaia. Aggiungendo che «i dati sono costantemente fluttuanti, ma le attuali presenze in regione di richiedenti protezione internazionale dovrebbero ammontare a circa 1.300 persone. Con i 457 profughi arrivati oggi (ieri, ndr), per i quali stiamo procedendo all’identificazione immediata, posti non ne abbiamo più. Anzi, riusciremo a stento a sistemarli. Per quelli futuri, mi auguro che dagli albergatori giungano risposte positive, nonostante la copertura economica non sia particolarmente allettante. E lo stesso dicasi per i sindaci, perché l’orientamento è di stemperare i profughi sul territorio a gruppi di cinque o dieci privilegiando l’unità dei gruppi familiari. Perché più sono i Comuni, minore è il loro impatto».

Tuttavia, in assenza di risposte e con l’arrivo di nuovi migranti, il prefetto non potrà che attivarsi per la requisizione di edifici pubblici. «Ad esempio, una colonia marina», ha precisato, spiegando che la misura non interesserebbe proprietà private «ma solo comunali, provinciali o regionali. Non statali, perché a questo livello un monitoraggio già è stato fatto e le strutture non sono risultate adeguate».

«Sull’atteggiamento dell’Europa, le decisioni in materia del Governo italiano e soprattutto l’opportunità di assegnare altre persone al Veneto non spetta a me né voglio esprimere giudizi di ordine politico – ha concluso Cuttaia – In questa difficilissima partita i miei unici ruoli di rappresentante dello Stato sono quelli di eseguire disposizioni superiori e cercare di risolvere le criticità, con il dovere anche morale di non lasciare la gente per strada. Ben consapevole però che a creare problemi non è solo l’accoglienza, ma l’inevitabile complessità delle procedure d’identificazione».
Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 16:05

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