PIANIGA - La "Rossato Sud srl" aveva un ruolo di primo piano nella gestione illecita dei rifiuti in Calabria. Una società legata a doppio filo con i maggiori clan della ’ndrangheta calabrese che la usavano come punto di riferimento fondamentale per i loro loschi affari di dominio della gestione delle discariche. Lo ha svelato la seconda tranche dell’operazione dei Ros denominata "Rifiuti spa 2", nell’ambito dell’indagine della Procura Antimafia di Reggio Calabria, che si è conclusa con i ventiquattro arresti eseguiti martedì all’alba. Tra questi c’è anche il 63enne Sandro Rossato, titolare della "Rossato e Fortunato" di Pianiga e della società derivata "Rossato Sud" di Reggio Calabria. Le indagini hanno fatto emergere le fittizie assunzioni in seno alla "Rossato Sud" di Francesco Domenico Condello, figlio di Pasquale Condello detto "Il supremo" e di Diego Rosmini, figlio di Demetrio. Condello e Rosmini sono due delle più potenti cosche del "mandamento di centro" della ’ndrangheta calabrese.
La società riconducibile a Sandro Rossato, che è stato arrestato per associazione di tipo mafioso, era inoltre in sodalizio con la famiglia Alampi, altro nome di spicco della ’ndrangheta e protagonista indiscussa nella gestione dei rifiuti in Calabria.
Ultimo aggiornamento: 14:13
© RIPRODUZIONE RISERVATA La società riconducibile a Sandro Rossato, che è stato arrestato per associazione di tipo mafioso, era inoltre in sodalizio con la famiglia Alampi, altro nome di spicco della ’ndrangheta e protagonista indiscussa nella gestione dei rifiuti in Calabria.