Diventare "parenti" dei vignaioli?
Ci pensa il sito "The Winefathers"

Domenica 25 Gennaio 2015 di Camilla De Mori
Diventare "parenti" dei vignaioli? Ci pensa il sito "The Winefathers"
UDINE - Entrare a far parte nella piccola grande "famiglia" dei vignaioli artigianali del Friuli e del resto d’Italia e "adottarne" i progetti. Per ricostruire un vigneto di Riesling inghiottito da una frana nel febbraio del 2014 a Faedis. O, magari, per ripopolare le aree intorno alle viti con varietà di frutta in via di abbandono a Melfi, in Basilicata. E, in cambio della "cuginanza" (o "fratellanza", o "paternità", a seconda) acquisita, ottenere dai vignaioli una serie di "regali", dalle bottiglie personalizzate all’ospitalità in azienda.



È quanto offre un inconsueto portale made in Friuli, "The Winefathers", on line da novembre 2014, che permette agli appassionati di tutto il mondo di diventare parenti dei vignaioli nostrani. Il nome, furbissimo in chiave marketing, che strizza l’occhio al titolo inglese de "Il padrino", è arrivato quando già il progetto era stato abbozzato.



«Stavamo lavorando sulla storia della "parentela". Poi, c’è l’assonanza con "The Godfather"... Ci sembrava un nome simpatico che suona bene», spiega Luca Comello, amministratore elegato della società. Una start up che a Udine non solo ha la sede, ma anche il cuore creativo. Del capoluogo friulano, infatti, sono non solo lo stesso Comello, ingegnere gestionale 36enne laureatosi alla scuola dell’attuale rettore De Toni, ma anche gli altri due soci (più o meno coetanei) Luca Latronico, che lavora in banca, e Alessandro Antonutti, sviluppatore informatico.



E a Udine fanno riferimento anche due delle tre collaboratrici, Elisa Cabras, che ha curato la grafica del sito e Laura Tonelli, che si occupa di "customer care", mentre la terza, Silvia Guerra, tecnologo alimentare, vive poco lontano, a Mortegliano.

«L’idea - racconta Comello -, l’ho avuta io. Stavo lavorando su un altro progetto imprenditoriale legato al mondo delle stampanti "3D", sono venuto a conoscenza di un sito, Etsy, che mette in contatto gli hobbisti con utenti di tutto il mondo. Lì è nata l’intuizione. Perché non fare una cosa del genere per il vino, un settore in cui ci sono tanti produttori piccoli che fanno fatica ad imporsi? Da lì è partito il tutto».



Nel progetto, «ho coinvolto Luca Latronico, un carissimo amico, che a sua volta ha coinvolto il suo amico Alessandro. Poi, abbiamo pescato nelle nostre conoscenze» ed il sito è diventato realtà.

«Abbiamo più o meno un centinaio di visite al giorno. E ci sono già anche i primi "parenti" di produttori di vino», racconta Comello. I vignaioli? «Siamo andati un po’ per conoscenza. Non veniamo dal mondo del vino, ma conoscevamo Marco Cecchini di Faedis e siamo partiti da lui, che per le caratteristiche ci sembrava adatto al progetto: cerchiamo, infatti, vignaioli che devono essere attivi sui social network, devono essere in grado di esportare i propri vini e devono sposare un po’ la filosofia innovativa del progetto. Poi, Cecchini ci ha segnalato qualche altro nome» e, di contatto in contatto, si è definita la primissima "rosa".



Nella lista, oltre a Cecchini (che si è avvicinato al mondo del vino grazie all’eredità del nonno e oggi produce 40mila bottiglie l’anno), c’è anche Thomas Malatesta, sempre di Faedis, che, dopo la laurea in Enologia, ha imparato l’arte della vinificazione con esperienze in Friuli, a Montalcino, in Nuova Zelanda e Cile, e, presto, anticipa Comello, «si aggiungerà anche un produttore veneto di prosecco del Trevigiano con un suo progetto», assicura l’Ad.
Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 15:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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