RONCADE - Ha già scritto alla Shell, a Striscia la notizia e si sta rivolgendo anche all'Adiconsum, l'associazione di difesa dei consumatori: il pieno di benzina pagato 75 euro, ma mai entrato nel serbatoio è un’ingiustizia che puzza di truffa, oltre che una questione di principio e di rispetto.
Il 22 marzo Angelo Mazzoccato artigiano padovano verso mezzanotte si ferma al distributore Shell di via Hemingway lungo la Treviso-Mare a Roncade. Per fare il pieno di verde infila le banconote nell'apposito contenitore ed erroneamente seleziona il numero della pompa di distribuzione che corrisponde però al gasolio. Se ne accorge in tempo, evita l’erogazione, ritira lo scontrino con la scritta "credito non utilizzato" e poi procede con altre banconote al pieno corretto.
Da qui cominciano le disavventure di Angelo Mazzoccato deciso a recuperare i soldi infilati nella cassa, ma di fatto non utilizzati. «Non c'è un numero di telefono come in altre stazioni di servizio per segnalare il problema: è un disservizio che penalizza i consumatori». Un amico di Mazzocato si è recato l'altro ieri dal titolare del distributore di benzina Lino Lucchetta per chiedere se esistono possibilità di rimborso. Il benzinaio, lapidario, ha risposto che «superati i 30 giorni dalla mancata erogazione di carburante non è possibile rimborsare il cliente». Di parere opposto il diretto interessato che nel frattempo ha interessato anche uno studio legale: «Ci sono concrete possibilità di ottenere il rimborso, lo scontrino parla chiaro, inoltre quel carburante non è mai entrato nel mio serbatoio». Ma Lucchetta non sente ragioni: «Si rivolga pure alla compagnia Shell, se il signore avesse rispettato i tempi l'avrei rimborsato». La battaglia è appena iniziata.
Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 18:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il 22 marzo Angelo Mazzoccato artigiano padovano verso mezzanotte si ferma al distributore Shell di via Hemingway lungo la Treviso-Mare a Roncade. Per fare il pieno di verde infila le banconote nell'apposito contenitore ed erroneamente seleziona il numero della pompa di distribuzione che corrisponde però al gasolio. Se ne accorge in tempo, evita l’erogazione, ritira lo scontrino con la scritta "credito non utilizzato" e poi procede con altre banconote al pieno corretto.
Da qui cominciano le disavventure di Angelo Mazzoccato deciso a recuperare i soldi infilati nella cassa, ma di fatto non utilizzati. «Non c'è un numero di telefono come in altre stazioni di servizio per segnalare il problema: è un disservizio che penalizza i consumatori». Un amico di Mazzocato si è recato l'altro ieri dal titolare del distributore di benzina Lino Lucchetta per chiedere se esistono possibilità di rimborso. Il benzinaio, lapidario, ha risposto che «superati i 30 giorni dalla mancata erogazione di carburante non è possibile rimborsare il cliente». Di parere opposto il diretto interessato che nel frattempo ha interessato anche uno studio legale: «Ci sono concrete possibilità di ottenere il rimborso, lo scontrino parla chiaro, inoltre quel carburante non è mai entrato nel mio serbatoio». Ma Lucchetta non sente ragioni: «Si rivolga pure alla compagnia Shell, se il signore avesse rispettato i tempi l'avrei rimborsato». La battaglia è appena iniziata.
