La paura di Ebola e il missionario
Il sindaco accusa gli scarsi controlli

Venerdì 24 Ottobre 2014
La paura di Ebola e il missionario Il sindaco accusa gli scarsi controlli
LUSIA - L'obbligo per un sindaco di adeguarsi a una procedura, ma rimarcando quelle che sarebbero state le mancanze del sistema.

Francesco Peotta, sindaco di Barbona, ha firmato l'atto richiesto dai protocolli sanitari nei confronti del missionario saveriano padre Antonio Senno, ritornato dalla Sierra Leone e costretto a stare 21 giorni a casa. Peotta stesso, però, evidenzia che «sono passati parecchi giorni fra il momento in cui padre Senno è entrato in Italia e il giorno in cui gli è stato imposto il confino in casa. Potrebbe aver visto centinaia di persone, visto che è un religioso. Mi pare quindi che i rischi, se ce ne fossero stati effettivamente, sarebbero stati molto alti».



Mentre i familiari del missionario stigamtizzano l'accadutoo, come i fedeli e i parrocchiani di Barbona e Lusia, Peotta aggiunge che «scopriamo alla fine che le maglie dei controlli e dei protocolli sono parecchio larghe. Non facciamo probabilmente un argine serio nei confronti di chi arriva. Questi rischi possono capitare agli italiani che viaggiano, prima ancora che ai profughi».



La vicenda viene confermata anche dall'Ulss. La direzione sanitaria spiega che il Dipartimento di prevenzione ha applicato le indicazioni inserite nella circolare ministeriale e nelle linee guida adottate dalla Regione. Padre Senno è stato così avvisato telefonicamente della procedura e della necessità di monitorare quotidianamente le sue condizioni di salute per prevenire eventuali rischi di contagio a fronte di un periodo di incubazione di 21 giorni, ma si è ritenuto che fosse necessario rafforzare l'avviso con un'ordinanza del sindaco.
Ultimo aggiornamento: 20:42