Arresto Galan: ci sono già 13 voti
a favore sui 21 componenti in Giunta

Mercoledì 9 Luglio 2014
Giancarlo Galan
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VENEZIA - Bastano i numeri a indicare che la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera voterà a favore della richiesta di arresto per Giancarlo Galan, coinvolto nella inchiesta sulle tangenti per il Mose a Venezia.



Al di là di quello che potrà proporre il relatore della vicenda, Mariano Rabino, deputato di Scelta Civica (l'orientamento è comunque per la insussistenza di ogni ipotesi di 'fumus persecutionis' nei confronti dell'ex Governatore veneto) ci sono già 13 voti a favore del sì all'arresto sui 21 componenti la Giunta. A chiudere i giochi, paventati ancora oggi nei corridoi della Giunta, è arrivata la decisione di arrivare al voto finale nell'aula di Montecitorio in tempi brevissimi, già il 15 del mese. Un modo per scongiurare possibili tentennamenti che, se non venissero fermati sul nascere, potrebbero produrre uno slittamento della decisione finale a settembre .



Oggi Forza Italia - con Giovanni Chiarielli - ha giocato la carta del riesame di tutto l'incartamento alla luce delle nuove disposizioni contenute nel decreto sulla custodia cautelare. Il decreto prevede che non ci possa essere carcere preventivo per gli imputati che rischiano una condanna fino a tre anni: esattamente il caso , secondo Forza Italia, dell'ex governatore. La domanda che pone Forza Italia è semplice: se Galan, grazie al decreto, non dovrà finire dietro le sbarre, che senso ha votare sì all'arresto? L'obiezione del Pd è che il decreto del quale potrebbe beneficiare il deputato azzurro è successivo alla richiesta di arresto. Inoltre, sostiene il Pd, la giunta non deve soffermarsi sulla «previsione» di quanti anni rischia Galan ma deve limitarsi a verificare che nessuno metta in piedi inchieste «pilotate» per attaccare componenti della Camera. Il relatore Rabino ha tuttavia raccolto le richieste di Forza Italia sull'applicabilità o meno del decreto al caso Galan.



L'esame supplementare della vicenda , nato anche dall'ultima memoria difensiva presentata stamane in Giunta da Galan, è stato fatto avere in serata ai componenti della giunta in vista del confronto di domani. «Vogliamo che ci siano tutti gli elementi per una posizione il più possibile unitaria», ha spiegato Rabino al termine della riunione.



Ma i numeri- qualunque sarà la proposta ultima del relatore - parlano chiaro:il Pd e il M5S, hanno in giunta la forza per decidere quasi da soli. Il Pd ha detto a chiare lettere che non intende respingere la richiesta dei giudici, perché dall'esame dell'istruttoria non è emerso alcun 'fumus persecutionis'. L'ultimo "grido" di Galan è stato quello della persecuzione nei suoi confronti. Una persecuzione, sostiene Galan, dimostrata dal fatto che fino ad oggi ancora non sia stato mai ascoltato dai magistrati che conducono l'inchiesta. «Mi si è voluto negare il diritto di interloquire con l'autorità giudiziaria e di difendermi», attacca il deputato coinvolto nello scandalo Mose. Si tratta di un fatto concreto, sostiene Galan, che «conferma ulteriormente il 'fumus persecutionis' manifestatosi nei miei confronti».
Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 14:49