PADOVA - Prima notte in carcere per Giancarlo Galan, arrestato ieri sera nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Venezia sul Mose. Una prima notte con un risveglio brusco: oggi la Procura ha ordinato il sequestro della cartella clinica di Galan, per far luce sulla diagnosi, cambiata molto velocemente, un po' troppo a quanto pare. L'ex presidente del Veneto è arrivato nel carcere di Opera, alle porte di Milano, attorno all'una della notte scorsa.
L'ex ministro è stato trasferito in una cella singola nel centro clinico della casa di reclusione, una vera e propria struttura ospedaliera dentro il carcere, dove, da quanto si è appreso, ha trascorso in maniera tranquilla la nottata.
MONITORATO COSTANTEMENTE
Il centro diagnostico terapeutico del carcere di Opera, dove vi sono una serie di "camere di pernottamento" - questo è il termine tecnico - sia per ospitare un solo detenuto che per più detenuti, da quanto si è saputo è stato scelto in quanto in questo modo Galan può essere sottoposto a un monitoraggio sanitario permanente. All'ex ministro deve essere controllato il livello di glicemia ogni 4 ore, devono essere somministrate terapie per controllare le apnee notturne ed il diabete e deve rimanere con la gamba ingessata "in scarico".
LA FOTOSTORIA DELL'ULTIMO DOGE
IL CARCERE DI OPERA
Il centro clinico milanese di Opera, che è ben attrezzato (altri simili ci sono nelle carceri di Torino e Parma), è un presidio sanitario legato all'azienda ospedaliera San Paolo, dove invece anni fa è stato aperto un vero e proprio reparto di "alta sicurezza" per il ricovero dei carcerati e dove per esempio ora si trova Bernardo Provenzano.
PRIMO INTERROGATORIO
In serata si è appreso che Galan verrà interrogato per rogatoria venerdì in mattinata nel carcere di Opera dal Gip di Milano Cristina Di Censo.
SCARCERATELO
Gli avvocati difensori di Giancarlo Galan hanno presentato oggi istanza di scarcerazione al Tribunale della libertà di Venezia. Il Riesame avrà una settimana di tempo per esprimersi. «La richiesta di riesame - ha riferito l'avv. Antonio Franchini - è contro la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, e contempla quindi la domanda di remissione in libertà dell'indagato o, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari».