Alberto di Monaco sceglie Piove
per gli interni del suo yacht club

Venerdì 25 Luglio 2014
Alberto di Monaco sceglie Piove per gli interni del suo yacht club
PADOVA - Un po’ di Padova nel principato di Monaco. la scorsa settimana, infatti, una storica azienda padovana ha partecipato ad uno dei maggiori eventi internazionali dell'anno: l'inaugurazione dello Yacht Club di Montecarlo. Si tratta della Zatti Arredamenti di Piove di Sacco, che ha presenziato assieme ad altri 3.500 invitati al taglio del nastro da parte del principe Alberto di Monaco.



L'esclusivissima nuova sede dei velisti monegaschi è stata progettata dall'archistar inglese Norman Foster, e la Zatti ha completamente arredato gli interni dell’edificio a cinque piani, una struttura stabile dalla forma di un’immensa nave da crociera, spiaggiata come una balena sulla lussuosa banchina del Principato.



Il titolare dell'azienda piovese, l'ingegnere Giovanni Zatti, non è nuovo a queste commesse. Il papà Lorenzo aveva fondato la ditta familiare nel 1966, ma ora il figlio ha spiccato il volo, e da parecchi anni arreda prestigiosi locali in tutto il mondo: finora però non aveva mai incontrato i Reali di Montecarlo.

«Qualche giorno prima dell'inaugurazione il principe Alberto è arrivato in cantiere con uno stuolo di persone - racconta Zatti -: la dirigenza dello Yacht Club e i tecnici comunali. È stata una chiacchierata molto gradevole, dato che lui parla bene l'italiano ed era interessato alle soluzioni tecniche che avevamo adottato». E magari, qualche preoccupazione... «Effettivamente i problemi sono stati tantissimi. Il cantiere, dal punto di vista della realizzazione esecutiva, è partito alla fine dello scorso anno, quindi molto tardi. C'è da considerare che l'edificio è grandissimo e i materiali e tipologie realizzative sono stati i più svariati e fra i più moderni».

Problemi comunque superati. «Partivo già avvantaggiato, perchè mi hanno presentato come "la ditta veneziana che curava gli arredi interni": il Principe con buon gusto e amante del Veneto si è subito tranquillizzato». La firma del progetto è di una vera archistar, Norman Foster. «Con lui - continua Zatti - ho parlato meno approfonditamente: sia perchè, avendo lui quasi 80 anni, i progetti vengono seguiti dal suo studio, sia perchè il lavoro che ci aveva affidato era talmente tanto e complicato che dovevamo impegnarci al massimo per non sfigurare in un contesto così importante».

La Zatti è stata il main-contractor, ma non ha lavorato da sola. «Era impossibile. Noi abbiamo il gusto italiano, il know-how e l'esperienza per far fronte anche a situazioni così complesse. Ci siamo appoggiati però anche a decine di aziende (quasi tutte venete) che costantemente collaborano con noi, in modo tale che abbiamo potuto proporre il meglio e concludere nei tempi richiesti».

«Si pensi che abbiamo usato il miglior legno e i migliori materiali lapidei presenti sul mercato, ci sono 450 porte tutte con le massime prestazioni, i ponti sono in teak, a “poppa” una grande piscina illuminata è circondata da chaise longue bianchissime e poco più avanti due grandi scalinate portano ai ponti superiori. Qui trovano posto le cabine di prima classe, in pratica l’area adibita ai soci, ovviamente vip».
Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 13:42

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