I due marò, forse abbiamo
sbagliato a rimandarli in India

Giovedì 18 Dicembre 2014
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Caro direttore,

un tempo esisteva la civilissima India, la quale, invece, oggi non soltanto in violazione di trattati internazionali ha privato della libertà due rappresentanti di un altro Stato (la Repubblica Italiana), ma soprattutto mantiene da tre anni tale privazione senza che ai due sia stata contestata alcuna imputazione di reato. Si tratta di una gravissima lesione del diritto di libertà individuale, sconfinata di fatto in un sequestro di persona e in quanto tale essa deve venir devoluta dall’Italia all'Onu per un urgente intervento, che restauri la legalità internazionale nel caso.

Aurelio Verger

Teolo (Pd)



Caro lettore,

la protervia dell'India nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani da 33 mesi privati della loro libertà, ha raggiunto livelli insopportabili. È evidente che siamo di fronte a un sopruso e a un'arroganza che non possono essere più accettate. Nè dal nostro governo nè dalla comunità internazionale e, in particolare, da quella europea.

In passato, quando ai due marò fu concesso di rientrare per un certo periodo in Italia, si scatenò un dibattito tra chi sosteneva che i due non dovessero più rientrare in India e chi invece riteneva doveroso che i patti venissero rispettati e che quindi Latorre e Girone tornassero nei tempi previsti dai loro carcerieri. Allora ero anch'io di questa opinione: pensavo che, prima di tutto, occorresse salvaguardare la nostro credibilità e anche quella dei due militari. Comincio a pensare che forse sarebbe stato meglio fare l'esatto opposto.

Ultimo aggiornamento: 15:03

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