Basta austerità, ora l’Italia
ha bisogno di spendere meglio

Venerdì 31 Ottobre 2014
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Caro direttore,

al capezzale dell’Italia si sta concentrando una numerosa schiera di personaggi: scienziati, dottori ed economisti di famose università italiane e straniere. Tutti preoccupati per la sua salute. Ma l’Italia non è malata! L’Italia non è sobria: è ancora inebriata, reduce dal lungo e balordo carnevale durante il quale l’abbiamo mascherata con pezze colorate, troppe, e l’abbiamo agghindata con abbondante bigiotteria, perlopiù scadente! Poi l’abbiamo appesantita con libagioni luculliane, così alla fine del carnevale la ritroviamo ebbra e barcollante. Ma adesso siamo in quaresima, se Renzi riuscirà a spogliarla di tutti questi orpelli e a farle fare una drastica cura dimagrante andrà bene, altrimenti arriverà la Merkel con l’alcol test, e allora saranno dolori per tutti.




Luciano Piani

Alleghe (Belluno)




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Caro lettore,

l’Italia ha bisogno di lasciarsi definitivamente alle spalle un periodo di eccessi, pubblici e privati. Un po’ di sobrietà non può che essere salutare, dopo una lunga stagione di crisi. Ma più che della drastica e un po’ ottusa cura dimagrante dettata dalla dottoressa Merkel, il nostro Paese ha bisogno di modificare il proprio regime alimentare. Fuor di metafora: non ci serve ridurre ulteriormente i consumi, che già sono sensibilmente calati negli ultimi anni. Al contrario: abbiamo bisogno che riparta il mercato interno, che le famiglie siano messe in condizione di tornare a spendere. Senza eccessi, ma con continuità. La ricetta quaresimale, tutta austerità, auspicata dalla dottoressa Merkel e dai suoi assistenti nordeuropei rischia invece di fiaccarci ancora di più, di allontanare la guarigione ed aggravare la nostra malattia. È vero: per certi aspetti e in alcuni settori, l’Italia continua ad essere un Paese che vive al di sopra delle proprie possibilità, ma non ha bisogno di spendere di meno, bensì di essere messa in condizione di spendere meglio. Ha bisogno di tagliare sprechi e spese inutili per recuperare risorse da investire nella sua crescita. Perchè quello che dobbiamo temere oggi non è l’alcol test, ma un calo di zuccheri che potrebbe essere letale.

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