Spacciatori impuniti a Mestre
e noi inseguiti da Equitalia

Giovedì 11 Settembre 2014
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Parliamo di sicurezza nelle strade, parliamo di degrado, parliamo un po' di Mestre. Via Piave e circondario, là dove i criminali la fanno da padrone, sono diventati un vero e proprio Bronx dove a nulla servono gli sforzi della polizia e carabinieri, privati dei loro poteri e rallentati da un sistema che sembra quasi remargli contro.



Ad un arresto segue l'immediata scarcerazione per sovraffollamento delle carceri, per le lunghe attese nei processi o per quei motivi socio-culturali che sempre più spesso diventano attenuanti per quei criminali di professione. Vivendo nella zona ho visto l'evoluzione di questi “Scarface” di turno, che ormai, dopo anni sulla strada, si sono guadagnati i galloni e sfoggiandoli si comportano come padroni a casa loro.



Giorno e notte, nel giardinetto e nella strada adiacente alla stazione dei vigili di via Cappuccina, è un continuo via vai di “runner della droga” che fanno la sponda tra chi si mette a pesarla dietro una macchina e chi si ferma per comprarla. Il tutto sotto l'attento occhio dei vigili che, ovviamente, chiedono piu poteri; poteri contro la contraffazione, là dove rincorrere un africano che vende borse griffate è, a quanto pare, diventata una priorità di ordine pubblico



Portatori di un'impeccabile moralità quando si tratta di far valere i loro codici su persone che rispettano le regole, non scomodandosi, invece, quando si tratta di agire per il bene e l'interesse della comunità.



Vorrei avere la CERTEZZA e vedere l'UGUAGLIANZA della pena perché, se da un lato lo spacciatore è fuori il giorno dopo, Galan e Chisso, per esempio, saranno presto fuori perché il regime carcerario non fa per loro; e mentre Valentino Rossi pagava una multa di 20 miioni invece dei 112 dovuti al fisco, a noi ci bussava la porta Equitalia, moralizzatrice fiscale degli Italiani dalle bollette scadute.



Lettera firmata

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