Tunisia al voto per eleggere il presidente, verso il ballottaggio Essebsi-Marzouki

Lunedì 24 Novembre 2014
Tunisia al voto per eleggere il presidente, verso il ballottaggio Essebsi-Marzouki
Previsioni della vigilia rispettate per quanto riguarda l'elezione che ieri ha visto la Tunisia eleggere a suffragio diretto il suo primo Presidente della Repubblica del post Ben Alì. Tutti i risultati degli exit poll danno l'anziano leader di Nidaa Tounes, partito di maggioranza relativa del Paese, Beji Caid Essebsi, largamente in testa davanti a Moncef Marzouki, attuale Presidente della Repubblica «provvisorio», ma non quanto basta per evitare di andare al ballottaggio. Al terzo posto il leader della sinistra Hamma Hammami, seguito dal ricco uomo d'affari Slim Riahi. Questi i risultati di una delle società di sondaggi ritenuta la più affidabile, Sigma Conseil: Bèji Cad Essebsi (Nidaa) 42,7%, Moncef Marzouki (Cpr) 32,6%, Hamma Hammami (Front populaire) 9,5%, Slim Riahi (Union patriotique libre) 6,7%, Hechmi Hamdi (Al Mahabba) 3,9%.



Il tasso di affluenza alle urne, secondo l'Isie (Instance supèrieure indèpendante pour les èlections), è stato del 64,4%. I risultati ufficiali sono attesi entro 48 ore dalla chiusura delle urne, ma il dato certo è che si andrà al ballottaggio, probabilmente il 28 dicembre prossimo. La Tunisia dunque trattiene il fiato in attesa di conoscere il nome del suo futuro Presidente. Nel frattempo sembra essere già iniziata la campagna elettorale insieme ai calcoli per accaparrarsi gli elettori che non hanno più un candidato da votare. Il leader della sinistra Hamma Hammani già ieri sera in tv si è sfilato da tutti i giochi dichiarando che non sosterrà alcun candidato per il ballottaggio. Moncef Marzouki, ieri fischiato a Sousse da alcuni sostenitori di Essebsi all'uscita del seggio in cui si era recato a votare, in conferenza stampa ha espresso il suo orgoglio nei confronti dei tunisini per essere riusciti nel loro percorso democratico ed ha rivolto un appello a tutti i democratici perchè lo sostengano, considerandosi lui stesso un candidato democratico.



Dalla sua pagina twitter ha poi fatto sapere di volere un confronto tv con il suo avversario Essebsi. Fondamentale sarà ora l'atteggiamento del secondo partito del Paese, Ennhahda. Con il Parlamento sostanzialmente diviso in due blocchi con Nidaa Tounes da una parte ed Ennhadha dall'altra, per poter governare i partiti dovranno concludere alleanze. In questo contesto Marzouki venerdì sera ha introdotto una complicazione di carattere tecnico giuridico affermando di aver ufficialmente incaricato Essebsi, in quanto vincitore delle legislative del 26 ottobre, di designare il capo del nuovo governo entro sette giorni secondo quanto previsto dall'art. 89 della Costituzione.



Una iniziativa tesa a scongiurare periodi di «vuoto istituzionale» ma che è stata definita da molti esperti come illogica ed incostituzionale.
Secondo l'interpretazione più diffusa del testo costituzionale infatti deve essere il nuovo Presidente della Repubblica ad affidare l'incarico di formare il nuovo governo al leader del partito di maggioranza e non il vecchio. Di questo discuterà oggi il Dialogo Nazionale (forum formato da sindacato Ugtt, 'confindustrià Utica, Lega dei diritti umani Ltdh e l'Inoa, ordine nazionale avvocati, di concerto con i rappresentanti dei partiti politici), strumento che più volte in passato ha consentito di superare con successo momenti di grave crisi politica.
Ultimo aggiornamento: 12:00

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