Canada sotto attacco, la Jihad urbana dei lupi solitari è la nuova minaccia al cuore dell'occidente

Giovedì 23 Ottobre 2014 di Giulia Aubry
Canada sotto attacco, la Jihad urbana dei lupi solitari è la nuova minaccia al cuore dell'occidente
La chiamano “jihad urbana”. Una definizione comparsa, per la prima volta in maniera massiva, nel 2008 in occasione dell’attentato a Mumbai che coinvolse dieci diverse location della capitale indiana, causando la morte di oltre 195 persone. Può essere portata avanti da singoli, come nel caso del soldato britannico ucciso lo scorso anno a Londra da due uomini di origine nigeriana o del più recente assalto al museo ebraico di Bruxelles. Oppure possono farsene carico piccoli commando con un addestramento para-militare come nel caso di Mumbai. Qualcuno riconduce a questa tipologia di attentati, ma con meno elementi a sostegno, anche gli accoltellamenti che hanno avuto luogo nelle metropolitane cinesi della primavera di quest’anno.



A teorizzare l’esistenza di una jihad urbana è stato nel 2006 lo studioso Wahid Phares, autore di ‘Future Jihad’, che l’ha definita come il risultato dell’azione di una vera e propria “fanteria della jihad”, utilizzata al posto dei terroristi suicidi per diffondere il caos. Definiti “lupi solitari” anche nel linguaggio di Isis, che in molti dei suoi proclama nei forum online o sui social media li invita a “colpire il cuore dell’Occidente”, questi individui possono provenire dalle cosiddette “cellule dormienti” o appartenere - come sembrerebbe nel caso di Zehaf-Bibeau ad Ottawa - alle fila dei foreign figthers, reclutati attraverso un’opera di proselitismo che nel web e nelle periferie delle grandi città trova il suo terreno più fertile.



I lupi solitari possono essere ovunque e possono agire in qualsiasi momento. Possono scagliarsi contro luoghi o persone con un valore simbolico (il museo ebraico, il parlamento canadese, soldati e forze di sicurezza, solo per fare qualche esempio), ma il vero scopo è quello di creare confusione laddove si trovano a operare, a colpire, a uccidere. Ogni volta che i “lupi solitari” (più o meno organizzati) hanno agito – come a Londra, Mumbai, Ottawa, Bruxelles – pur disponendo di mezzi e risorse limitate hanno gettato la città nella confusione più totale e hanno ottenuto un’enorme visibilità nei mezzi di informazione, potenziata dal supporto (incontrollato e incontrollabile) dei social media. La situazione di incertezza – rafforzata dalla poca chiarezza negli obiettivi da colpire, dalla difficoltà a identificare la matrice, dall’azione non riconducibile a schemi prefissati o ricorrenti – ha valicato immediatamente, come nel caso di Ottawa, i confini del paese mettendo in allerta Stati Uniti ed Europa senza che questi ultimi potessero elaborare, in tempi brevi, una precisa strategia di difesa.

Di fronte al jihadismo urbano e all’imprevedibilità dei comportamenti dei “lupi solitari” non è possibile chiudere gli aeroporti o mettere in sicurezza ambiti specifici. Nessun posto appare più sicuro e qualsiasi persona può costituire una minaccia, anche coloro che non fanno ancora parte delle liste di “osservati speciali”.



Quanto emerso nel discorso della propaganda dei nuovi movimenti terroristici, nei laptop dei combattenti ritrovati in Siria e Iraq o nei forum jihadisti del cosiddetto “web profondo” sembra andare nella direzione di una strategia che, agli eventi del 2001 negli Stati Uniti o del 2004 in Spagna, preferisce piccole azioni, puntuali, dirette al cuore degli insediamenti urbani di qualsiasi dimensione o natura. Per le organizzazoni terroristiche non è più neanche necessario inviare uomini in Occidente con un largo margine temporale. Grazie a internet, infatti, è facile reclutare giovani delle periferie che si sentono emarginati e incompresi (si pensi al caso dei tre ragazzi di New Hope, il sobborgo di Minneapolis negli Usa, morti in Siria e in Somalia) e istruirli su tecniche di guerriglia cittadina neanche troppo complesse e, spesso, votate al sacrificio estremo della propria vita).

La “jihad urbana” dei lupi solitari, affascinati dal discorso jihadista di ISIS o di altre organizzazioni di simile natura, dopo anni dalla sua prima teorizzazione in Occidente, sembra sempre di più una realtà. Una realtà cui è davvero difficile trovare un senso.
Ultimo aggiornamento: 14:45

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