Marchionne: l'Italia ce la farà
quando non so. Renzi visiterà Detroit

Martedì 16 Settembre 2014
Sergio Marchionne
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L'Italia ce la far. Sulla tempistica per c' maggiore incertezza. L'amministratore delegato di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, interviene poco dopo la gelata dell'Ocse sull'Italia, che ha tagliato la stima sul pil del Belpaese a -0,4% nel 2014. «Ce la faremo, quando non lo so», afferma a poco più di una settimana dalla visita del premier Matteo Renzi a Detroit.



«Si è offerto al Festival di Trento» di venire a Detroit e «sono più che disposto a fargli vedere la realtà di Fiat Chrysler, descrivere il processo di risanamento dell'azienda. Sono disposto anche a presentargli i sindacati americani» mette in evidenza Marchionne a margine della consegna di un premio, consegnatogli dall'Institute of International Education. Di strada negli ultimi cinque anni Fiat e Chrysler ne hanno fatta, e ora si apprestano a sbarcare a Wall Street, il 13 ottobre.



«Ci sono molte sfide nel forgiare un'organizzazione internazionale, nessuna maggiore dell'integrazione culturale basata sul mutuo rispetto» aggiunge. «La mentalità aperta che arriva da persone sparse per il mondo che lavorano fianco a fianco in uno spirito di cooperazione» è uno dei valori più importanti e più forti di Fiat Chrysler. Poi torna sulla situazione italiana.



«Non vedo le cose migliorare a breve termine. L'unica cosa che può creare crescita sono gli investimenti. Non riusciamo ad attirare abbastanza capitali esteri» aggiunge. Negli Stati Uniti la situazione è diversa: sono tornati a crescere dopo la crisi del 2008, precisa. Una differenza visibile anche nelle start up. «Il concetto di start up in Italia non mi piace molto, vengono imposti limiti. Qui invece si riescono a creare le cose dal nulla» afferma Marchionne, rispondendo a chi gli chiedeva della visita di Renzi nella Silicon Valley, 'paradiso' delle start up.

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