Renzi : «Gufi smentiti, ridò agli italiani
quello che la politica si è presa»

Sabato 19 Aprile 2014 di Diodato Pirone
Matteo Renzi (Foto Carconi - Ansa)

​Primo: Smentiamo i gufi e andiamo avanti come treni con misure strutturali. Secondo: «Oggi non diamo solo 80 euro a 10 milioni di italiani, cominciamo a riorganizzare lo Stato». Terzo: «Gli italiani devono capire che si stanno riprendendo qualcosa di loro proprietà mentre stringono la cinghia la politica e quelle aree della burocrazia che negli ultimi anni si sono allargate». Quarto: «Questo è solo l’antipasto. Con il coraggio e con la semplicità dobbiamo far cambiare certe abitudini sbagliate alla macchina burocratica». Punto cruciale quest’ultimo che lo ha spinto, come vedremo, ad una dura polemica con l’Associazione Magistrati.

Insomma, sia pure in mezzo a battute sul calcio, a commenti salaci sul suo ormai mitico portavoce, Filippo Sensi, e pur cedendo ad autocelebrazioni da copione berlusconiano («Da quattro giorni non esco da Palazzo Chigi»), ieri Matteo Renzi ha inviato molti segnali pesanti. Senza spostare la barra dall’imminente risultato delle elezioni europee. Di qui le sottolineature della portata ”culturale” della manovra destinata a rappresentare una svolta per le tasche ma, soprattutto, per l’umore degli italiani.

I DUE NEMICI

Renzi infatti, dopo aver spiegato le grandi voci delle coperture (ma non ha detto che i mancati tagli alla Sanità gli hanno impedito di assicurare il bonus anche a chi guadagna meno di 8.000 euro annui), si è dilungato sui molti provvedimenti che valgono pochi soldi di per sé ma che hanno un grande valore simbolico nella lotta ai due nemici anti-ripresa: la politica e la burocrazia.

Che vanno spianate, sgonfiate, impoverite, affamate senza pietà. Da dove si inizia? Manco a dirlo: dalle auto blu. «Ogni ministero ne avrà solo cinque», esulta Renzi. Che non si contiene: «E i sottosegretari andranno a piedi o in autobus». E poi: «Il tetto di 240 mila euro per i dirigenti pubblici è sacrosanto». E ancora: «I centri di spesa? Oggi sono 32.000 ma dovranno diventare 50 entro un anno. Le municipalizzate? Passeranno da 8 mila a mille». E poi la cura dimagrante per gli uffici: «Prevediamo solo 24 metri quadri per impiegato e non più 50, così risparmieremo sugli affitti». Immancabili i morsi alla politica: nuova richiesta di tagli a Camera e Senato e addio agli sconti sul materiale elettorale inviato per posta. Forse mai nella storia delle Repubblica una briciola da 10 milioni di risparmi è stata tenuta tanto a lungo sotto i riflettori da un premier.

In questo scenario si spiega meglio la durissima polemica con l’Associazione Nazionale dei Magistrati. Che l’altro ieri aveva protestato per i tagli agli stipendi degli alti magistrati sottoposti al tetto dei 240 mila euro: «Non c’è alcun attentato alla magistratura - ha spiegato Renzi - Ma trovo formalmente sbagliato che si protesti non contro una legge ma sulla base di indiscrezioni». Replica dell’Anm: «Le leggi, così come le sentenze, si applicano ma si possono commentare».

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 10:45

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