Frode fiscale. Una "pioggia" di argento da 50 milioni di euro: ecco come l'azienda vicentina comprava il prezioso materiale a prezzi stracciati

Scoperta una frode fiscale basato sull’emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte di una ditta di Monticello Conte Otto

Martedì 14 Maggio 2024
Frode fiscale nel settore dei materiali preziosi a Vicenza

VICENZA - Scoperte tre imprese operanti nel settore dei metalli preziosi e aventi sede nella provincia di Vicenza, portando alla luce un articolato sistema di frode fiscale basato sull’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un valore di circa 50 milioni di euro e un’I.V.A. dovuta di oltre 10 milioni di euro.

Una cascata di argento per l'azienda vicentina

Le attività investigative svolte dai militari del Gruppo Vicenza, rientranti nel più ampio dispositivo di mappatura e controllo delle aziende operanti nel principale distretto industriale del capoluogo berico, hanno permesso di appurare che una grande azienda vicentina, con sede a Monticello Conte Otto e operante nel settore della produzione e lavorazione di metalli preziosi e semilavorati, è risultata beneficiaria di cessioni di argento puro in esenzione d’imposta, pur non avendone i requisiti.

Finti prodotti semilavorati

In particolare, l’articolato meccanismo, basato su un aggiramento del regime di reverse charge, prevedeva che due società interposte acquistavano metalli preziosi allo stato puro da banchi metallo autorizzati in esenzione d’imposta, così come previsto dalla normativa in materia di I.V.A.

Tuttavia, le stesse cedevano, a loro volta, la medesima merce acquistata, senza che subisse alcuna trasformazione, facendo figurare, nelle fatture all’uopo emesse, cessioni di prodotti semilavorati.

In questo modo, la società beneficiaria acquisiva indebitamente un rilevante credito I.V.A. cui non avrebbe avuto diritto se avesse autonomamente acquistato il metallo prezioso dai banchi metallo. In aggiunta, è emerso che il rilevante debito I.V.A. in capo alle società “filtro” veniva abbattuto tramite apposite società cc.dd. “cartiere” che emettevano fatture per operazioni inesistenti finalizzate a evitare che le stesse dovessero versare tributi all’Erario.

Le accuse

Pertanto, le risultanze acquisite nel corso delle attività ispettive svolte dalle Fiamme Gialle vicentine hanno condotto alla segnalazione delle violazioni alla normativa tributaria rilevate alla locale Agenzia delle Entrate nonché al deferimento di 14 soggetti, tra amministratori di diritto e/o di fatto e professionisti, alla Procura della Repubblica di Vicenza per i reati di cui agli articoli 2 (Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti), 4 (Dichiarazione infedele), 8 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e 10 quater (Indebita compensazione) del D.Lgs. 74/2000.

Ultimo aggiornamento: 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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