PADOVA - Il fatto non sussiste, in pratica assoluzione con formula piena. È quella pronunciata dalla Prima sezione della Corte d’appello di Venezia nei confronti del professor Massimo Montisci. Il medico legale, difeso dall’avvocato Davide Druda, è stato così sollevato dall’accusa di omesso versamento dell’Iva per la quale nel giugno 2022 era stato condannato, in abbreviato, a un anno e due mesi.
LA VICENDA
Secondo l’accusa della procura padovana, il professore non ha presentato le dichiarazioni annuali ai fini Iva per gli anni 2014 e 2016 evadendo così le imposte.
LA DIFESA
Nella sua arringa di fronte alla Corte d’appello, l’avvocato Druda ha riproposto lo spartito che già era stato sostenuto in primo grado: il legale ha spiegato che il fascicolo sull’omesso versamento dell’Iva, il cui destino è stato ribaltato a palazzo Grimani, è strettamente legato a quello per cui Montisci ha patteggiato diciotto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per abuso d’ufficio continuato e truffa pluriaggravata continuata ai danni dell’Università e dell’Azienda ospedaliera di cui è dipendente. In sostanza nel suo ruolo di dipendente con contratto a tempo indeterminato e a pieno orario dell’Azienda ospedaliera, Montisci non può essere considerato alla stessa stregua di un libero professionista. In altre parole le prestazioni compiute dal medico legale per conto degli uffici giudiziari o di privati non dovevano essere assoggettate al regime Iva. Morale: il professor Montisci non aveva alcun obbligo di emettere fatture.
Per lo stesso motivo, ha sostenuto ancora la difesa, se a monte c’è stato un patteggiamento per l’attività svolta intramoenia (cioè tutte quelle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici di un ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa) non autorizzata, com’è possibile che il medico legale venga ora condannato perché stava lavorando come libero professionista? Anche perché - è stato l’ultimo passaggio del difensore - ogni vicenda è stata chiusa anche di fronte alla Corte dei Conti.
90 GIORNI
Una tesi che i giudici di secondo grado hanno accolto in toto: le motivazioni verranno rese note tra tre mesi, ma l’assoluzione arrivata ieri in appello suona tanto da punto fermo dell’intera vicenda