Provincia, l’annuncio di Padrin a sorpresa: «Deleghe a tutti i consiglieri». Ma il Pd non ci sta e minaccia la rottura

Nel mirino la richiesta inascoltata di attendere la discussione di un ordine del giorno di "Futura"

Mercoledì 8 Maggio 2024 di Giovanni Santin
Provincia, l’annuncio di Padrin a sorpresa: «Deleghe a tutti i consiglieri». Ma il Pd non ci sta e minaccia la rottura

BELLUNO - «Ci ho pensato e ripensato. E siccome la mia idea è quella di tenere tutti insieme, ho assunto questa decisione». Il presidente della Provincia Roberto Padrin spiega così la sua decisione di assegnare le deleghe a tutti e dieci i consiglieri eletti a Palazzo Piloni: i cinque di centrodestra eletti con la lista Progetto Dolomiti, i tre di Futura Centrosinistra bellunese e i due del gruppo Obiettivo Provincia, i cosiddetti civici.

A fronte della richiesta di posticipare la discussione sull’ordine del giorno presentato da Futura centrosinistra a dopo la presentazione delle liste per le amministrative, ieri dunque il primo inquilino di Palazzo Piloni, a sorpresa, ha accelerato i tempi. E il centrosinistra non ci sta e replica in maniera decisa. Il segretario provinciale del Pd, Alessandro Del Bianco sintetizza: «A questi patti, è rottura». 


LA GIORNATA

Fra Padrin e il centrosinistra c’era stata un’interlocuzione già al mattino attraverso la quale il presidente eletto comunicava la propria decisione. La risposta era stata di sbigottimento, ma ciò non ha impedito che durante la commissione consiliare convocata nel pomeriggio, Padrin desse comunque seguito a quanto annunciato. Naturalmente con la contrarietà dei due consiglieri di Futura Centrosinistra presenti, e cioè Mario De Bon e Sindi Manushi. In serata poi dal Palazzo è arrivato il comunicato ufficiale, che si limita a riferire che «il presidente della Provincia di Belluno ha proposto oggi l’assegnazione delle deleghe. Gli incarichi di governo sono stati affidati a tutti i dieci consiglieri».

 
LA RIPARTIZIONE

Queste le deleghe e i compiti assegnati. Che però, vista la decisione da parte del centrosinistra, dovranno essere rivisti. A Silvia Calligaro è stata affidata la vice presidenza, oltre alle deleghe a viabilità, infrastrutture, caccia e pesca, e agricoltura. A Massimo Bortoluzzi le deleghe a difesa del suolo, protezione civile, demanio idrico, mobilità e trasporti. A Simone Deola rimangono ambiente, rifiuti e Dolomiti Unesco, e a Mario De Bon i Fondi Comuni di confine. A Sindi Manushi è stata affidata la delega a cultura e minoranze linguistiche. A Matilde Vieceli bilancio, patrimonio e pari opportunità. A Marzo Sovilla le deleghe a edilizia scolastica, urbanistica e impianti a fune; a Vanessa De Francesch turismo, istruzione e innovazione; ad Alberto Peterle attività produttive, programmazione strategica unitaria, sviluppo transfrontaliero, rapporti con gli enti locali e residenzialità; a Donatella De Pellegrin welfare, volontariato e sociale, e formazione. Al presidente restano in capo personale, polizia provinciale, sport, attuazione della legge regionale 25/2014 (ndr, autonomia amministrativa) e rapporti con la Regione del Veneto, Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e grandi eventi. 


IL MESSAGGIO

Ed infine, nello stesso comunicato, ecco la chiosa di Padrin: «La mia concezione è sempre stata quella di un governo unitario dell’ente: solo così ha senso la Provincia di secondo grado, uscita dalla riforma Delrio. La Provincia ha sul banco tanti temi che necessitano dell’impegno e del lavoro dei consiglieri eletti, che sono chiamati a occuparsi delle varie questioni e li ringrazio per questo». Poi, a margine, quando gli viene ricordato della sua richiesta di posticipare il passaggio dell’assegnazione delle deleghe alla settimana prossima: «Io avrei voluto aspettare, ma ho sollecitazioni continue perché non è vero che tutti erano d’accordo veramente di aspettare, per qualcuno era solo un atteggiamento di facciata. Ho distribuito le deleghe per evitare di arrivare proprio alla fine della campagna. Non è contro nessuno. Intanto io le do, poi ci sarà tempo per discutere l’ordine del giorno del centrosinistra. Se ci saranno temi divisivi, e ci sono, ci divideremo, li affronteremo con diversità di vedute. In questi anni abbiamo sempre governato insieme». Ma è proprio questo che il centrosinistra sembra non voler accettare più. 

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